29 marzo 2021

IL MAESTRO ANDREA SIMONCINI E DANTE ALIGHIERI di Maria Marchese

 IL MAESTRO ANDREA SIMONCINI E DANTE ALIGHIERI di Maria Marchese



 "O divina virtù, se mi ti presti

tanto che l’ombra del beato regno

segnata nel mio capo io manifesti,

24vedra’ mi al piè del tuo diletto 

legno venire, e coronarmi de le foglie

che la materia e tu mi farai degno".  


Quest'anno ricorrono le celebrazioni per i 700 anni dalla morte di Dante Alighieri. In questa sede, voglio porre l'attenzione sul "canto artistico" rivolto al Sommo Poeta da Andrea Simoncini, Maestro Fiorentino. 

Andrea Simoncini indova Dante Alighieri entro le condizioni espresse dal sintagma estetico/dissertativo "de praeteritis/in virtute artis/ad aeternum" (dal passato/la virtù dell'arte/all'eternità)
 : in questa continuità dalle scelte pregnanze argomentative, l'acuto e oltremodo capace Maestro fiorentino annichila il plausibile senso nostalgico attraverso una catarsi, che si dirime tra le setose trame del vello artistico e il mellifluo linguaggio dell'acquerello.
L'esteta ammanta l'opera di tessuti inusuali e accattivanti, ammaliando l'osservatore e avvincendolo addentro il rapporto sintagmatico sopra citato.


Nel "sine tempore" al centro di quest'ultimo, egli crea un'ineffabile soglia, che trasla nel vorticoso avvicendarsi di condizioni odorose di terra, naturalezza, storia, intuizione intellettiva e intima introspezione mistica; esse vengono espresse in un vivido seppur composto cenacolo tonale, in cui si distinguono le tinte verde oliva, ocra, giallo, nero e blu, dai respiri decisi seppure quieti.
Andrea Simoncini sembra creare, per onorare il Sommo Poeta, una corona d'alloro virtuale, che fregia il valico, alla quale quale Dante stesso aspira nel primo canto del Paradiso; quel varco temporale, così opportunamente creato dall'esteta, diviene così effigie di una condizione privilegiata in termini artistici, culturali e letterari.
Fiero e serafico s'affaccia, oggi, questo sempiterno Vate. 
L'artista di Firenze ne vibra la presenza nel marmoreo bianco, per sancirne l'inviolabilità; ne attualizza poi l'involto, sottolineando con tinte quasi psichedeliche alcuni particolari. 
Il termine "psichedelico"  significa «rivelatore della psiche» , composto del greco ψυχή «anima, psiche» e tema di δηλόω «manifestare» . In quest'ottica, l'utilizzo, da parte dell'autore, di queste sfumature è in grado di condurre l'astante nella rada dell'alea, liberando il suo approccio e il pensiero da ogni sovrastruttura. 
Due sono le particolarità cromatiche che si distinguono: il fucsia (o magenta elettrico ) e il blu. La prima sposa, in sé, grazia e leggiadria, passionalità e freddezza, estroversione e introversione, dolcezza e aggressività: uno stato dicotomico, che sprigiona energia e rimanda ai miti di una giovinezza spensierata. Il fucsia è altresì sinonimo di affermazione di sè e di perseveranza nel realizzare le proprie ambizioni. 
Un blu elettrico regna, invece, sovrano nello sguardo di Dante Alighieri... 



Se gli occhi sono lo specchio dell'anima quelli dell'intellettuale di Firenze custodiscono un eloquio, che ci parla di profonde e vive "peregrinazioni"  nella sfera della riflessione.  
Il capo è cinto da un'ennesima corona d'alloro, il cui verde acceso lo conferma come caposaldo della nostra storia. 



 Tanto Andrea Simoncini si distingue nel panorama artistico internazionale che, in occasione delle celebrazioni per i 700 anni dalla morte del Poeta, tre opere sono, ora, esposte nella casa di quest'ultimo. 









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