27 febbraio 2021

“Effimera Resilienza” – essere o non essere A cura di Marco Salvario

 

Effimera Resilienza” – essere o non essere

Ossimoro Art Gallery – Via Carlo Ignazio Giulio 6, Torino

15-26 febbraio 2021

A cura di Marco Salvario


Situato alle spalle del santuario della Consolata, una delle più antiche e venerate chiese di Torino, lo spazio espositivo “Ossimoro Art Gallery” ha ospitato per due settimane la mostra collettiva di arte contemporanea “Effimera Resilienza” – essere o non essere. Dietro il titolo della mostra si nasconde la coscienza della fragilità dell’arte, che in questo periodo di pandemia si è fermata, vinta e avvilita, ignorata e sempre messa in secondo piano rispetto agli altri gravi problemi del periodo. Così, sospesa tra essere e non essere, l’arte continua a esistere, pur nella sua natura effimera, e seguitano a lavorare gli artisti con le loro creazioni. La bellezza continua a essere un valore assoluto, che sopravvivrà a questo periodo infausto, e può aiutarci a ripartire migliori e più responsabili.



Come sempre nei miei articoli, segue un veloce e incompleto accenno agli artisti e alle opere della mostra che mi hanno colpito favorevolmente. Aggiungo volentieri, e forse è la prima volta che posso scrivere una frase del genere, che nessun’opera dei venti artisti che esponevano, mi ha lasciato insoddisfatto.



Tiziana Bussolini – “Cieli Azzurri”, “Cercatrice di Sogni”.

Due poetici acquarelli che ci fanno respirare atmosfere orientali, elogiano la calma, la pazienza, la fiducia che ai tempi duri ne seguiranno di migliori.

Pochi giorni fa leggevo una discussione su come rendere i colori più vivaci e luminosi: Tiziana Bussolini dimostra invece come spesso la bellezza e l’espressività di un’opera siano nelle tinte tenui e diluite. Non serve gridare per essere ascoltati, perché le parole sussurrate restano impresse più profondamente nei nostri cuori.

Rosy Mantovani – “Untitled dalla serie Fiori dell’Anima”.

L’opera è realizzata a olio, grafite e garza su tela di juta: una scelta complessa ma che mi ha convinto. Leggo che la serie “Fiori dell’Anima” racconta il disagio sociale di un’infanzia costretta a vivere in un ambiente ostile; solitudine, inquinamento, abbandono. La natura che era libertà e gioco, ora è grigia prigione, tristezza, malattia. Il futuro dei nostri figli è già stato perduto.



Giusi Velloni – “Diffidenza”.

Il corpo dell’uomo è nudo, muscoloso, chiuso in se stesso quasi in posizione fetale; una mano proteggere il capo. Sconfitta, prostrazione, paura. Eppure, se una battaglia è stata perduta, non c’è rassegnazione. L’uomo è stato piegato, è caduto, ma non si è arreso. La tensione dei muscoli è potente, l’uomo si rialzerà e combatterà di nuovo.

Un olio su tela molto attento alla forma, ai colori, e di grande potenza espressiva.

Anna Parisi – “Ritualità”.

Un autoritratto fotografico che sarebbe piaciuto a Pirandello. Non è un nascondersi, un celare il volto, quanto un presentarsi a sguardi che sono capaci di riconoscere di noi, solo una piccola parte spesso ingannevole.

La maschera non è sul viso, eppure è rivolta verso di noi e ci osserva con occhi vuoti, senza vedere e senza farsi conoscere. Illusione di sapere e di identificare.

Davvero pregevole il contrasto di luci e ombre. Emergono i dettagli: il vestito verde, gli stivaletti rossastri, le tende sottili, le piante fiorite sul davanzale e la maschera tribale che ci fissa.

Anna Parisi ama viaggiare nel mondo e fotografare, ma anche nell’interno della propria casa riesce a creare immagini di grande seduzione.

Eva Caresio – “Forza interiore”.

Riemergere, aprire le braccia all’aria, alla luce e all’acqua. Un nuovo battesimo, una nuova nascita; diventare parte della natura.

Questa pittrice torinese, nata e cresciuta in un ambiente dove l’arte era di casa, riesce a cogliere quel bisogno di libertà e di gioia di vivere, che ognuno di noi sente il desiderio di scatenare e ritrovare dopo i periodi di lockdown, l’altalena di chiusure/aperture, concessioni/divieti, cui per ancora tanto tempo saremo sottoposti.

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