15 febbraio 2021

Daniel Pennac – Il paradiso degli orchi - a cura di Marcello Sgarbi

 


Daniel Pennac –
Il paradiso degli orchi - (Edizioni Feltrinelli)


Collana: Universale economica

Pagine: 208

Formato: Tascabile

EAN: 9788807812101


La sgangherata, imprevedibile e numerosa famiglia di Benjamin Malaussène è la protagonista della straordinaria tetralogia di uno dei più interessanti autori francesi contemporanei. Questa recensione riguarda il primo volume della saga, proseguita poi con La fata carabina, La prosivendola e Signor Malaussène                                                                                                       Di professione capro espiatorio in un grande magazzino, quando non è pagato per subire le lamentele dei clienti (sì, sembra incredibile ma è veramente la sua occupazione) Benjamin vive nel quartiere parigino di Belleville con fratellastri e sorellastre, figli come lui di una madre un po’ “allegra” (mater semper certa, pater nunquam): il Piccolo, Jérémy, Clara, Thérèse e Louna. E tra le stramberie, in mezzo a loro non può mancare un altro personaggio da fumetto: Julius, cane epilettico. Di colpo, nel vero senso della parola, la famiglia Malaussène si trova coinvolta in un giallo anomalo.                                                                                                                Sì, perché a scatenarlo è lo scoppio di una bomba nel grande magazzino.     Da lì in poi sarà un turbinare di vicende dal retroscena atroce, ma raccontate con un’ironia e a tratti con uno humour nero capaci di stemperare anche i momenti più drammatici.                                                Maestro nell’uso della metafora, colto e nello stesso tempo lieve, per niente compiaciuto, l’autore semina perle di saggezza senza prendersi mai sul serio. E a volte – un po’ come succede nei film di Woody Allen – viene la tentazione di bloccare la lettura per tornare alla pagina precedente e gustare di nuovo una battuta o una citazione, sempre esatte e misurate. Chapeau!


La voce femminile si diffonde dall’altoparlante, leggera e piena di promesse

come un velo da sposa.

Ispettore praticante Caregga. Uno sfollagente promosso penna a sfera.

Scale mobili immobili: è più che immobilità. Banconi straripanti di merce

senza alcun commesso dietro: è più che abbandono. Registratori di cassa

che non fanno sentire il tintinnio dei campanelli: è più che silenzio.

Quel che mi vien da dire è semplice come la disperazione.

Le notizie corrono come gli odori.


© Marcello Sgarbi

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