20 febbraio 2021

Alberto Arbasino – Supereliogabalo – a cura di Marcello Sgarbi


Alberto Arbasino
Supereliogabalo (Edizioni Adelphi)


Collana: Fabula

Pagine: 406

ISBN: 9788845915970


Non si è mai abbastanza edotti sugli usi e i costumi di alcuni imperatori romani passati alla storia quasi più per le loro stravaganze e follie che per la loro autorità.    Penso a personaggi quali Caligola e Nerone, per esempio. In questo senso, il monarca protagonista di questa rivisitazione post-moderna sembra superare tutti. Molto liberamente ispirato all’Eliogabalo di Antonin Artaud è per l’appunto Super, come viene suggerito dal titolo. L’autore non ha bisogno di presentazioni, perché è uno dei più controversi e geniali esponenti della letteratura contemporanea. Politically uncorrect, citazionista, enciclopedico e ricercato al limite del barocco, sospeso tra espliciti richiami al futurismo e a scrittori quali Palazzeschi, questo anarchico e dissoluto Eliogabalo non ha paura di sporcarsi la lingua.

Così anche i passi più scabrosi della narrazione acquistano leggerezza, tratteggiati con un’ironia quasi sarcastica, a volte divertita e a volte feroce. Da leggere con attenzione alla pagina, un po’ come il Gadda di Quer pasticciaccio brutto de via Merulana, dove ogni parola ha un peso specifico perché è scelta accuratamente.

Ma se invece continuano a ripetermi le ideologie e le saggezze, allora è come il ronzio del frigorifero, se mi dà noia chiamo subito il tecnico perché l’acqua minerale in fresco mi va bene però il ronzio no, il ronzio no… conta molto di più per me stare zitti, sentendo musica, bevendo, fumando, tenendosi magari le mani o i piedi, comunicando così, non verbalmente… si capisce tutto meglio…”

Fidarsi solo dell’istinto, e mai del ragionamento?” brontola il sicario, nascosto da ore dietro un arazzo.

Ah, ma naturalmente tutto questo delucida ormai chiaramente il senso delle cosiddette ‘follie’ degli Imperatori Deliranti… ancora l’astrologia, naturalmente! Le loro ‘manie’ così unilaterali, così precise, così specifiche il teatro apollineo per Nerone, la furia alessandrina per Caligola, la caccia erculea per Caracalla e Commodo, lo spasimo solare per voi, Eliogabalo - tirano infatti evidentemente a indicare una identificazione programmatica, a ogni costo, col segno astrologico particolare del proprio potere individuale.

E corrispondono a calcoli politici nettissimi: Nerone quando canta o Commodo quando fa il gladiatore sanno benissimo cosa vuole il pubblico in quel momento, show business mirato e non già oratoria dialettica o bassa etica nicomachea o editoriali grondanti o mozioni auspicanti…” spiega il mago. 


(c) Marcello Sgarbi

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