26 ottobre 2020

FARFALLE di Roberto Bertazzoni

 


FARFALLE di Roberto Bertazzoni

Qui in carcere c'è una lenta, ma inesorabile maturazione delle cose, dei propri pensieri e desideri, inconscia e inevitabile. Senza rendersene conto, la persona elabora emozioni, disagi e altrettante soluzioni per sopportarli e dare un senso al tempo che, a volte, sembra quasi essersi fermato. Come se si fosse su un'astronave in orbita nello spazio, intorno alla terra, essa diventa allegoricamente il “nostro” mondo, la nostra “casa”. Una dimensione abituale in cui si vive nell'attesa della discesa e del ritorno alla vita, cosiddetta “normale”.                                              Per questo motivo vedo intorno a me gente che occupa il tempo in modi molto diversi. C'è chi legge: chi dorme, chi gioca a carte, chi studia, chi costruisce cose incredibile col pochissimo materiale che ha a disposizione.                                                                                                                 Ad esempio, le case realizzate con gli stuzzicadenti, composte da centinaia di pezzi pazientemente incollati, poi rifiniti e colorati con quello che si può. C'è poi chi si dedica a modelli di barche a vela costruite con cartone, stuzzicadenti, legnetti di recupero e piccoli pezzi di tela per fare le vele. Sono oggetti bellissimi ed è incredibile come riescano a farli così bene.                                                                                                                                                                Per quanto mi riguarda scrivo, leggo e disegno. Soggetti diversi, nel tempo. Vado molto sul cromatismo delle mie emozioni e per me, che proprio non sono un riproduttore, ma un creativo, il colore è vita. Espressione del sé e di ogni emozione che ci pervade.                             In questo periodo ho iniziato a disegnare e dipingere farfalle. Di ogni tipo, con le ali colorate, farfalle che escono, senza fermarsi, dalla mia mente e volano sul foglio bianco, come potessero ritrovare i fiori su cui posarsi. Non so perché le faccio e non mi pongo nemmeno il problema. È così, mi piace e basta. Pressoché ogni giorno, dopo il lavoro e le varie attività, eccomi coi pennelli e i colori dinnanzi alle mie farfalle. È diventato un appuntamento che mi da pace e un po' di gioia. Qualcuno è incuriosito e mi domanda: perché?

Non so rispondere, perché mi piace, dico.

Ma le fai per qualcuno? Chiedono altri.

Non so, forse sì, non so dire. Sinceramente non lo so.

Adesso è il momento delle farfalle, tutto qui.

E quei colori sono per me indispensabili, come la vita. Non so quando finiranno, forse mai, mi piacciono troppo! E poi, a ben pensarci: ma chi li ha disegnati in natura quegli splendidi e armoniosi mosaici di colori; perfettamente simmetrici, puliti? Cromaticamente equilibrati e stampati sulle loro bellissime ali? Chiediamocelo.                                                                             Ora torno al lavoro, un lepidottero di attende. Presto, si poserà su di un fiore.

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