23 giugno 2020

SEMPLIFICAZIONE, SI VOLTA PAGINA? di Antonio Laurenzano



SEMPLIFICAZIONE, SI VOLTA PAGINA?
di Antonio Laurenzano

Il coronavirus con la eccezionalità dei suoi effetti ha messo a nudo la debolezza strutturale del sistema Paese intrappolato nei lacci e lacciuoli di un’asfissiante burocrazia e in un federalismo reso zoppo da una rattoppata modifica del Titolo V della Costituzione che ha generato un groviglio di norme e regolamenti, attribuzioni e competenze tra Stato centrate e autonomie locali, non sempre chiare e univoche. La fase 3, quella del “rilancio”, dovrebbe segnare la svolta nel tormentato rapporto fra cittadini e Pubblica amministrazione. E’ l’impegno preso dal Presidente Conte nel corso dei lavori degli Stati generali sull’economia svoltisi a Roma, a Villa Pamphili. “Stiamo lavorando sulla semplificazione, con l’obiettivo di rendere più rapidi e trasparenti i processi amministrativi”, ha dichiarato il Premier. Si tratta di semplificare, velocizzare le procedure e, ancora, sbloccare cantieri e investimenti pubblici con un alleggerimento, in chiave europea, del discusso Codice degli Appalti. Rimuovere cioè certe bardature a livello decisionale con inutili duplicazioni di funzioni, azzerando un deleterio centralismo amministrativo.
Ci sono rischi che il Paese non può permettersi, è in gioco la sopravvivenza e il futuro. Non è più tempo di semplificazioni annacquate o solo annunciate sulla scia di quanto (non) hanno fatto i vari governi succedutisi a Palazzo Chigi negli ultimi decenni. Semplificare la miriade di vessazioni burocratiche a beneficio dei cittadini e delle imprese. E’ il caso della tanto attesa riforma fiscale per un fisco più equo e più giusto. “Passare dalla semplificazione alla semplicità”, ha ammonito Enrico De Mita, docente emerito di Diritto tributario alla Cattolica di Milano. L’ordinamento tributario non può continuare ad essere caratterizzato dalla casualità, dall’incertezza e dall’arbitrio a causa di ragioni di gettito. I principi dello Statuto del contribuente devono diventare il cardine del sistema e la fonte di ispirazione del Legislatore. “Solo la semplicità originaria della Legge consente di individuare agevolmente la norma applicabile al caso concreto in termini di chiarezza e di trasparenza.” Un appello per un’attività legislativa seria e responsabile.
Il nostro Paese ha il non invidiabile record della onerosità degli adempimenti fiscali con un basso rapporto costo-beneficio in termini di lotta all’evasione. L’assenza di una pur minima visione strategica e della reale capacità di governare l’ordinamento tributario genera grande confusione con palesi contraddizioni sul piano normativo. Da anni si opera con una frantumazione della legislazione tributaria e un proliferare di leggi e leggine che è causa non solo di uno scadimento qualitativo della legislazione, ma anche della potenziale ignoranza della legge, con grave pregiudizio della certezza del diritto, divenuta una chimera! Una violazione dell’insegnamento di Ezio Vanoni, il padre della omonima riforma tributaria degli Anni Cinquanta, che auspicava “un ordinamento tributario conoscibile nelle forme e comprensibile nei contenuti”.
Il contrasto all’evasione fiscale, che in Italia ha raggiunto livelli patologici con ricadute sull’economia del Paese, va condotto con una normativa chiara, estremamente semplice. Più complicato è un sistema fiscale, più facile sarà nascondere reddito nelle sue pieghe oscure, anche in termini di elusione. Sarebbe ora di voltare pagina: mettere al centro, sul piano legislativo, l’obiettivo di una profonda semplificazione con un taglio netto di balzelli e inutili adempimenti. Ciò di cui il Paese ha bisogno, soprattutto in un periodo di forte recessione, è un fisco che oltre a ridurre la pressione fiscale sostenga la crescita per aggredire l’ingombrante debito pubblico, rimettendo in moto la produzione sui mercati internazionali a difesa del made in Italy.
Basta con le infinite proroghe, perché la necessità di prorogare si lega infatti alla quantità eccessiva di adempimenti che continuano a gravare sui contribuenti. E’ il tentativo estremo di rimediare a qualcosa che in sede legislativa non ha funzionato, conseguenza ed effetto di una inquietante estemporaneità che peggiora, se possibile, la situazione in uno dei sistemi fiscali più complicati d’Europa. Un mix di elementi espressione di un sistema malato che genera un fisco che appare sempre più lontano dalle esigenze del Paese. E’ ora di un salto di qualità per rendere efficiente e trasparente il processo decisionale e soprattutto per dare credibilità, nella semplificazione, all’azione di una seria lotta all’evasione fiscale. Sarà la volta buona o la bufala da Covid-19?

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