11 giugno 2020

IMU ALLA CASSA, COMUNI IN BOLLETTA di Antonio Laurenzano


IMU ALLA CASSA, COMUNI IN BOLLETTA  di Antonio Laurenzano

I Comuni battono cassa. Martedi 16 giugno ultimo giorno per il pagamento dell’acconto della nuova Imu che accorpa le vecchie Imu e Tasi per effetto della Legge di Bilancio 2020 che ha riformato l’assetto dell’imposizione immobiliare locale. In termini di continuità normativa, cancellata una inutile duplicazione di adempimenti con la previsione di un’unica forma di prelievo. In linea generale, le nuove aliquote vengono definite sommando quelle previgenti, lasciando di fatto invariata la pressione fiscale. L’aliquota base, per compensare l’abolizione della Tasi, la tassa sui servizi indivisibili, sale infatti all’8,6 per mille, con facoltà dei Comuni di aumentarla fino a un massimo del 10,6 per mille. L’aliquota ridotta (abitazione principale di lusso) è pari al 5 per mille.
Con riferimento all’ambito oggettivo, la “local tax” 2020 conferma l’esenzione per l’abitazione principale non di lusso e relative pertinenze, quella cioè dove il proprietario dimora abitualmente e risiede anagraficamente. In caso di locazione, nessun prelievo a carico dell’inquilino come invece era previsto per la Tasi. Esenzione, se deliberata dai Comuni, per l’unità immobiliare posseduta da anziani/disabili residenti in istituti di ricovero. Il “decreto rilancio” esonera dal pagamento della prima rata esercenti attività alberghiere e stabilimenti balneari. Sono imponibili, e queste sono le novità, i fabbricati rurali ad uso strumentale, quelli costruiti e destinati dall’impresa costruttrice alla vendita (“beni merce”) e le unità immobiliari possedute da italiani non residenti, iscritti all’AIRE.
Cambiano le regole di calcolo dell’acconto in scadenza. La rata in passato era pari alla metà dell’imposta dovuta nei dodici mesi precedenti, per il 2020, primo anno di applicazione della nuova Imu, la misura dell’acconto da corrispondere, ha chiarito il MFE, è pari alla metà di quanto versato a titolo di Imu e Tasi per l’anno 2019. La seconda rata, a saldo dell’imposta dovuta per l’intero anno, sarà eseguita a conguaglio, sulla base delle aliquote pubblicate sul sito internet del MEF alla data del 28 ottobre. Nessun obbligo di versamento di acconto in caso di acquisto nel corso del primo semestre 2020, l’intero importo sarà versato con il saldo.
Restano ferme le modalità di pagamento (mod. F24 o bollettino postale). E’ caduta nel vuoto la proposta del “bollettino precompilato” inviato direttamente a casa quale misura di lotta all’evasione. Su questo versante numeri impressionanti: dal 43,2% degli incassi potenziali della Calabria al 20,7% della Lombardia, al 17,9% dell’Emilia Romagna. Evasione ma anche tanto contenzioso in essere. Con i suoi 20 miliardi all’anno, l’Imu è il faro dei tributi locali nei precari bilanci comunali. Ma la patrimoniale comunale di quest’anno rischia di veder sgretolato il proprio valore dalla crisi del Covid. I primi 10 miliardi dovrebbero arrivare nelle casse comunali con l’acconto del 16 giugno (l’Imu non rientra fra le imposte differite al 16 settembre), ma imprese e famiglie sono in rosso e potrebbero “saltare” il pagamento.
Previsioni nere per i bilanci di numerosi Comuni secondo i dati presentati dall’Anci nell’ultimo incontro con il Presidente Conte. Perdite complessive calcolate in 8,3 miliardi di euro rispetto alle entrate dello scorso anno, che comprendono tasse e risorse extra-tributarie. Improbabile dunque un differimento dei termini di versamento da verificare sui siti web dei singoli municipi: per gli 8mila Comuni italiani significherebbe mettere a forte rischio, con i servizi pubblici, la sostenibilità dei bilanci. In questa direzione quasi tutti i Comuni della Provincia di Varese. E’ facoltà comunque dei Comuni, secondo l’Ifel, la fondazione dell’Anci sulla finanza locale, attivare una moratoria di interessi e sanzioni nei confronti dei contribuenti che, in difficoltà economica, pagano in ritardo.
Un groviglio di regole e di norme a conferma di un caos impositivo per il quale urge un organico intervento del Legislatore per una Riforma della finanza locale in termini di certezza dei tributi, comodità della riscossione, economicità delle risorse. Sono i “principi amministrativi delle imposte” di Adam Smith, economista scozzese del XVIII secolo. Sempre attuali.


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