Alice
Sebold
Amabili
resti
– (Edizioni e/o)
Collana:
Hardcover
Pagine:
352
Formato:
Brossura
ISBN
9788866325734
Nella
narrativa le storie di infanzie violate, privazioni, affetti negati
si fanno sempre più frequenti, e non solo per quanto riguarda la
letteratura americana contemporanea, di cui l’autrice è una
interessante esponente. Anzi, in questo caso, mentre si scende in un
abisso ancora più profondo l’Io narrante di Susie Salmon, una
ragazzina violentata e brutalmente uccisa, ci porta lievemente per
mano a vedere le cose dal suo Cielo. E a riconsiderarle,
riconciliandoci con la vita.
Così,
insieme a Susie anche noi leggiamo nel nostro cuore e nella nostra
mente, per capire quanto sono importanti i piccoli gesti, le parole
che abbiamo in bocca e non diciamo mai, le persone con cui viviamo e
ci illudiamo di conoscere.
“Pochi
mesi prima che morissi, mi aveva trovata così, ma infilato sotto le
lenzuola insieme a me c’era Buckley in pigiama con il suo
orsacchiotto, che dormiva succhiandosi il pollice, rannicchiato
contro la mia schiena. In quell’istante aveva avvertito la prima
avvisaglia di quella strana e triste sensazione di mortalità insita
nell’essere padre. La sua vita aveva generato tre figli e quel
numero lo tranquilizzò: qualsiasi cosa fosse successa ad Abigail o a
lui, loro tre si sarebbero aiutati l’uno con l’altro. Così la
stirpe alla quale aveva dato inizio gli sembrò immortale, come un
forte filo d’acciaio che si intrecciava al futuro e continuava dopo
di lui a prescindere da dove o quando lui sarebbe caduto.
Perfino
nella profonda, candida vecchiaia. Adesso ritrovava la sua Susie nel
figlio minore. Dà quell’amore ai vivi, si disse, e se lo disse ad
alta voce dentro di sé; ma la mia presenza era come una corda che lo
legava e lo tirava indietro, e indietro, e indietro. Fissò il
ragazzino che teneva tra le braccia. “Chi sei tu?”si sorprese a
chiedere. “Da dove sei venuto?”. Guardai mio padre e mio
fratello.
La
verità era molto diversa da quella che ci insegnano a scuola.
La
verità era che la linea tra i vivi e i morti, a quanto pareva,
poteva essere opaca e sfumata”.
©
Marcello Sgarbi
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