13 maggio 2020

Prima e dopo a cura di Roberto Bertazzoni


PRIMA E DOPO

Nel profondo di noi stessi lo sapevamo tutti che, prima o poi, qualcosa doveva accadere. Niente sembrava poterci fermare nella esagerata corsa del nostro vivere quotidiano.
Molto spesso priva di meta, senza chiari obiettivi, fine a se stessa e colma di rabbia, frustrazioni, ansia, insoddisfazione e solitudine.
Giusto per non sostare un attimo pensare, a riflettere sul senso di quella “cavalcata” che tutto travolgeva, prima, in nome di un'insensata e continua fretta, stracarica di avidità.
La filosofia del “prima” era questa: andare avanti a qualunque costo, oltre tutto e tutti. Senza pensare, senza ragionare, schiacciando e tritando persone, sentimenti e cose per arrivare primi.
Primi.
Arrivare … ma dove?
Era il trionfo dell'apparenza.
E l'essere?
La vera sostanza delle cose? Dov'era?
Ed ora eccoci qui, madre natura ci ha fatti addormentare in un mondo e risvegliare in un altro. Ci ha scosso, si è fatta sentire in tutta la sua forza.
Non sono bastati i precedenti avvisi: i terremoti, il grido di allarme dello scioglimento dei ghiacciai, l'inquinamento e gli animali perseguitati ed estinti. Nulla è riuscito a fermarci. Solo il virus.
E adesso siamo obbligati ad ascoltare il silenzio, a guardarci negli occhi e forse, finalmente, capire qualcosa in più.
Per assurdo, proprio ora, alcuni di noi hanno scoperto cosa significa realmente “vivere”, guardarsi dentro, confrontarci con gli altri, amare e odiare davvero. Abbiamo scoperto le piccole cose e quelle grandi, a volte confuse tra loro. E i valori.
Quelli che proprio contano. Essenziali e unici.
Abbiamo realizzato di essere fragili, impotenti davanti all'imprevisto, dinanzi all'uomo stesso che ha creato danni irreparabili.
E quando tornerà la cosiddetta “normalità”, come la vivremo? Forse si riprenderà di nuovo a correre? A travolgere tutto senza ritegno? Spero proprio di no.
Da bravo illuso quale sono auspicherò che si verifichi davvero la tendenza a comprendere realmente questo pianeta che ci ospita e il conseguente rapporto che dovremmo avere con esso.
Così come il pianeta che è dentro di noi, colmo di sentimenti, emozioni, pensieri e vita.
Forse ci vorrebbe un po' più di equilibrio tra questi due mondi, più considerazione per chi e cosa è intorno a noi.
Più concretezza, più lucidità. Basta con la fasulla ostentazione di “giustezza d'animo” del buon cristiano che, a volte, partecipa alle funzioni religiose e poi si comporta nel peggiore dei modi. Basta.
Cerchiamo di essere più coerenti, se non è troppo tardi, con noi stessi e con gli altri. Parlo di vera comprensione e rispetto, una vita con gentilezza che non significa debolezza, ma proprio la forza di apprezzare quello che ognuno di noi possiede. Poco o tanto che sia, accontentandosi di ciò che è, dando agli altri una possibilità e puntando obiettivi concreti. Ricercando una vera ricostruzione del sé, cercando di dare un senso compiuto alla propria vita.
L'ho già detto che sono un illuso, ma ci voglio credere.
Quando tutto questo finirà cerchiamo davvero una “guarigione completa”. Perlomeno proviamoci.
La vita non deve essere soltanto prendere, arraffare e distruggere, oppure calpestare gli altri, soddisfare unicamente il proprio egoismo.
Non è questa e non deve essere così.
Basta con il caos e la confusione mentale in nome della quale tutto è consentito.
Basta.
Ognuno provi, nel suo piccolo microcosmo, a essere migliore di “prima”, magari a non commettere più certi errori.
Ora che abbiamo azzerato tutto, possiamo forse ricominciare. Ricominciare a vivere diversamente.
Proprio come una rinascita.

© Roberto Bertazzoni

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