La parola a cura di Miriam Ballerini
LA PAROLA
Vivo di parole, mi nutro
di esse e, nella mia esistenza, hanno sempre fanno parte di me.
Laddove la parola non ha
modo di esprimersi, è più facile cadere in risposte violente,
perché non si sa sufficientemente esprimersi e difendersi.
Fino a questo brutto
momento che ci vede tutti coinvolti, ho lavorato con le parole, dal
momento che scrivo romanzi. Mi sono dilettata con le parole, perché
leggo moltissimo.
Sono le mie armi, quando
accade qualcosa di spiacevole, quando noto delle ingiustizie, le
parole sono tutto quanto ho in mio possesso per portare gli
avvenimenti ad esempio, così che possano, questa è la mia speranza,
essere d'aiuto per altri.
Ogni giorno leggo sui
social tante parole che feriscono, che vengono stiracchiate e
adattate affinché possano fare più male possibile al prossimo.
Anche se solo scritte, si
nota in loro tutta la violenza e la cattiveria con la quale vengono
pensate e si aggirano nelle menti di chi le produce.
Riescono a fare male,
nonostante siano scritte esattamente allo stesso modo in cui vengono
vergate le parole buone, quelle che aiutano e che confortano.
Le persone scelgono, da
sempre scelgono su quale strada avviarsi, spesso è più facile
criticare, fare del male, sputare veleno. Perché fare l'opposto,
comporta uno sforzo che, nella cattiveria, non bisogna fare.
La violenza fa da sempre
parte di noi, la bontà va coltivata e alimentata. E allora, perché
fare tutta questa fatica?
Dal momento che
l'epidemia ha colpito il nostro Paese, la mia quotidianità non è
cambiata poi molto, come prima, anche ora lavoro con le parole e lo
faccio sempre da casa.
E non è cambiato nemmeno
il loro ruolo: da sempre mi sono amiche, mi aiutano, mi sostengono,
mi danno quella spinta che serve ad andare avanti.
Questa mattina ho
partecipato anche io all'evento che ha visto coinvolte tutte le radio
d'Italia: alle 11,00 sono stati mandati in onda il nostro inno e tre
canzoni che il popolo sente particolarmente. Sono state solo parole?
Eppure sono state capaci di unirci, da nord a sud, per quei cinque
minuti hanno saputo raccogliere tutte le nostre diversità e farci
sentire un tutt'uno. Uniti contro l'epidemia, forti della speranza
che possiamo farcela.
©
Miriam Ballerini
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