IL
DEPUTATO LUCANO ANTONIO RINALDI
Ricordo
di un uomo al servizio della patria
Antonio
Rinaldi nasce il 12 giugno del 1840 nel paese di Noepoli, in
Basilicata. Noepoli è un centro suggestivo del panorama che
abbraccia le falde dell’immane monte del Pollino, l’antico monte
d’Apollo, il Sole. Immerso nell’omonimo Parco, si staglia nel
verde e nella dolce prateria, frammista a foreste ancestrali, ove
ancora sopravvivono alle intemperie del tempo e delle variazioni
climatiche gli ultimi mohicani dei pini loricati. Sono delle conifere
autoctone che si aggrappano a rocce scoscese. Questi pini hanno una
corteccia spessa, perciò si dicono “loricati”, da “lorica”
che significa armatura. Qualche altro esemplare si trova sul
propinquo monte Alpi. Sono luoghi indimenticabili, come ogni angolo
di questa meravigliosa regione. L’onorevole Antonio Rinaldi è
morto giovanissimo, il 25 settembre del 1898, all’età di appena 58
anni. Vive un momento bello, ma anche drammatico, per il sud e
soprattutto per la nostra regione, quello del compimento dell’unità
nazionale. La Basilicata vive questa gloriosa epopea dilaniata da due
anime in contrasto tra di loro: quella dei briganti, che
rappresentano la protesta antiunitaria e quella della borghesia
accomodatrice, come sempre, dei poteri forti. La stagione della
protesta viene bollata subitaneamente come grande brigantaggio. Il
Rinaldi appartiene a famiglia patriottica, democratica, unitaria.
Come dice di lui Federico Notaro, nel discorso pronunciato in
occasione della sua morte, è stato un «uomo buono, affabile,
cortese nei modi, dedicato tutto quanto al bene ed all’aiuto della
classe calpestata». Laureato in giurisprudenza, esercita con
competenza il mestiere di avvocato a Potenza dal 1869 al 1891. Ci
sapeva far ben coi giovani, che speravano in lui, ecco perché i
concittadini lucani lo vogliono come rappresentante alla Camera. E
Antonio Rinaldi, giovanissimo ancora, sapeva catturare le simpatie in
parlamento. Presentava relazioni forbite su vari progetti di legge. È
stato un intellettuale che ci ha lasciato svariati scritti,
soprattutto in materia giuridica: “Della proprietà mobiliare”,
“Le colonie perpetue nella storia del diritto italiano”,
“Conversazioni politiche”, “Sul patriarcato di Venezia”, “I
primi feudi dell’Italia meridionale”. È stato un esempio di un
politico autentico che ha avuto la nostra regione, in tempi ormai
estinti, nei quali abbiamo dato anche noi un contributo verace,
sincero, alla politica nazionale.
GD
Nigro
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