21 febbraio 2020

UN SALUTO di Miriam Ballerini

UN SALUTO di Miriam Ballerini

Purtroppo seguito a fare esperienze che preferirei davvero evitare. Ma, qualora si voglia parlare della nostra odierna società, bisogna per forza accorgersi di questi momenti che punteggiano la mia giornata come cacche di mosca.
C'è un ragazzo nigeriano che conosco da tempo, è sempre gentile con tutti, sorridente. Saluta chiunque gli passi vicino senza essere mai importuno.
Quando lo incontro, di solito gli do un euro; lui ringrazia e non manca mai di chiedere come stanno mia mamma e mio marito.
Secondo me con le persone ci si deve parlare, avere un rapporto, una scambio. Non sono pali senza alcuna emozione, a cui rifilare una moneta.
Ebbene, una persona che conosco ha capito che stavo preparando l'euro per lui e, subito, m'ha ripresa dicendomi che saluta anche lei; ma lei, ogni volta, lo lascia lì e passa via senza degnarlo di uno sguardo.
Ecco, il problema sta tutto qui: nessuno deve sentirsi obbligato a fare l'elemosina, dare all'altro è qualcosa che deve nascere spontaneo e deve essere fatto con gioia.
Ma perché negare un saluto a una persona? Non degnarla, non ritenerla all'altezza di un semplice cenno di cortesia?
È come se questa persona non fosse da ritenere uguale a noi, nemmeno appartenente alla razza umana, ma a una sorta di animale da obolo!
Per chi sta sulla strada è importante un contatto umano, non è l'euro che ci lava la coscienza e che migliora loro la vita; ma almeno un sorriso, un cenno, credo che sia dovuto, a chiunque.
Non si nega una carezza sul capo di un cane, che razza di persone stiamo diventando?
Non le ho risposto, il mio sguardo s'è fatto triste, perché mi metto sempre nei panni degli altri e ne soffro come se avessero colpito me.
Ho letto nel suo sguardo la fierezza per quanto diceva. Mentre io mi inabissavo sempre più allontanandomi da quanto asseriva.

© Miriam Ballerini

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