L’opera pittorica di Domenico Mingione detto Mimmo a cura di Marco Salvario
L’opera
pittorica di Domenico Mingione detto Mimmo.
a
cura di Marco Salvario
Questa
volta non è girando tra le gallerie d’arte torinesi che ho trovato
spunto per ammirare e presentare ai lettori un artista che mi ha
subito conquistato con la sua raffinata capacità espressiva, bensì
navigando nell’oceano infinito di internet, comodamente seduto
sulla mia poltroncina davanti al computer di casa.
Su
facebook tanti gruppi sono dedicati al mondo dell’arte e lì si
confrontano pittori diversi per stile, bravura, esperienza e
motivazione, ma uguali per entusiasmo e voglia di mettersi in
discussione. In genere scegliere e districarsi tra tanta offerta è
impossibile, però davanti a una delle opere di Domenico Mingione
detto Mimmo, è scattato in me quel misto di piacere e di curiosità
che mi ha fatto fermare e indagare di più su questo personaggio.
Per
chi volesse condividere questa mia esperienza, le opere dell’artista
possono essere visionate sul suo profilo facebook dal quale, dopo
averne ricevuta l’autorizzazione, e di questo lo ringrazio, sono
state ricavate tutte le immagini del presente articolo.
Non
è stato facile per me scegliere fra le più di duecento opere
esposte nella sua galleria virtuale, tutte intriganti e di ottima
qualità, quindi le mie illustrazioni non rappresentano una selezione
effettuata sulla bellezza, quanto il tentativo di offrire una visione
d’insieme il più possibile completa.
Poche
le informazioni pubbliche disponibili su Domenico Mingione: è un
professore di latino e greco ora in pensione e vive a Pomigliano
d'Arco in provincia di Napoli; ha insegnato durante la sua carriera
anche storia dell'arte e dipinge per passione, usando per lo più la
tecnica a olio su tela. La sua maestria sa sfruttare al meglio i
giochi di luce e i contrasti, affrontando con perizia i minimi
dettagli, siano un ricciolo sottile di capelli, un filo di perle, il
drappeggio del vestito, un minimo arrossamento sul candore della
pelle, la profondità di uno sguardo.
Il
gusto per il classico, sia come temi sia come impostazione pittorica,
ben armonizza con la passione per la bellezza femminile e per
interpretazioni di respiro moderno. Potremmo quindi riallacciare la
sua opera alla felice esperienza della scuola napoletana che,
sviluppatasi nel Seicento sulle orme di Caravaggio, il quale
nell’ultima parte della sua vita trascorse nella capitale borbonica
lunghi periodi, ancora era ben viva nel secolo scorso.
Molti
i temi classici affrontati tra filosofia e storia. ''Platone elabora
la teoria del mondo delle idee'', ''Il suicidio di Cleopatra'',
''Atlante'', ''Carità romana'': la narrazione pittorica è sempre
all’altezza del soggetto e molto spesso accompagnata da un testo,
faccio riferimento sempre a facebook nei commenti alle illustrazioni,
in cui l’episodio è descritto e analizzato. Copio solo l’inizio
dello scritto che accompagna l’opera ''La
Cultura n.2'' ovvero ''Prosopopea della Cultura'':
''Io
sono la Cultura, ed altri veri amici non avrai, fuorché me! Io sono
bella, di una bellezza sottilmente fascinosa, pur senza orpelli od
ornamenti. L'unico ornamento che amo indossare è quello della Verità
che deriva dalla realtà dei fatti e non dalle semplici opinioni. Tu,
se mi seguirai, avrai mille occhi e mille orecchie, e se coltiverai
la mia sincera amicizia, avrai vissuto non una, ma cento vite, perché
io sola e soltanto io ti darò la possibilità di conoscere il
pensiero altrui.”
L’elogio
della Cultura, e non si può non scrivere tale nome con la maiuscola,
è, in queste frasi e in quelle che seguono, così vivo e sincero,
che non posso non provare invidia per chi ha avuto la fortuna di
avere il professor Mingione come docente.
Ritorniamo
alle opere pittoriche. Temi classici ma non solo. Con lievità e
fascino gustiamo la bellezza femminile, elegante, soave, sensuale e
mai volgare.
'La
bella bisbetica'', ''Signorina'', ''Pensierosa'', ''Il mantello
verde'', Interpretazione personale del dipinto di Vermeer ''La
ragazza con l'orecchino di perla'', ''Il medaglione'', ''La signora
Ines'', ''La lunga collana'', ''Ragazza dal vestito grigio'', ''Il
biglietto'': sono veri omaggi alle donne. Omaggi che a volte hanno un
sotto inteso simpaticamente ironico, come ''Uh, che mal di testa mi
fa venire il mio fidanzato''.
Rare
ma sempre apprezzabilissime sono le scene di gruppo come ''L'esame di
musica'', ''Nolite me tangere'' (Non mi toccate), ''I dissoluti'' o
''Susanna e i vecchioni''.
Per
alcuni quadri l’artista ci permette di ammirare oltre all’opera,
i disegni preparatori da lui realizzati, che sono lavori finiti e
validi. Nell’ultima illustrazione dell’articolo le due opere ''La
bella bisbetica'' e ''La Cultura n.2'' ovvero ''Prosopopea della
Cultura'' sono precedute entrambe dal disegno preparatorio.
Sinceramente non è facile scegliere tra le due proposte, tra la cura
finale e la freschezza del progetto iniziale.
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