18 gennaio 2020

L’opera pittorica di Domenico Mingione detto Mimmo a cura di Marco Salvario

L’opera pittorica di Domenico Mingione detto Mimmo.
a cura di Marco Salvario

Questa volta non è girando tra le gallerie d’arte torinesi che ho trovato spunto per ammirare e presentare ai lettori un artista che mi ha subito conquistato con la sua raffinata capacità espressiva, bensì navigando nell’oceano infinito di internet, comodamente seduto sulla mia poltroncina davanti al computer di casa.
Su facebook tanti gruppi sono dedicati al mondo dell’arte e lì si confrontano pittori diversi per stile, bravura, esperienza e motivazione, ma uguali per entusiasmo e voglia di mettersi in discussione. In genere scegliere e districarsi tra tanta offerta è impossibile, però davanti a una delle opere di Domenico Mingione detto Mimmo, è scattato in me quel misto di piacere e di curiosità che mi ha fatto fermare e indagare di più su questo personaggio.
Per chi volesse condividere questa mia esperienza, le opere dell’artista possono essere visionate sul suo profilo facebook dal quale, dopo averne ricevuta l’autorizzazione, e di questo lo ringrazio, sono state ricavate tutte le immagini del presente articolo.
Non è stato facile per me scegliere fra le più di duecento opere esposte nella sua galleria virtuale, tutte intriganti e di ottima qualità, quindi le mie illustrazioni non rappresentano una selezione effettuata sulla bellezza, quanto il tentativo di offrire una visione d’insieme il più possibile completa.



Poche le informazioni pubbliche disponibili su Domenico Mingione: è un professore di latino e greco ora in pensione e vive a Pomigliano d'Arco in provincia di Napoli; ha insegnato durante la sua carriera anche storia dell'arte e dipinge per passione, usando per lo più la tecnica a olio su tela. La sua maestria sa sfruttare al meglio i giochi di luce e i contrasti, affrontando con perizia i minimi dettagli, siano un ricciolo sottile di capelli, un filo di perle, il drappeggio del vestito, un minimo arrossamento sul candore della pelle, la profondità di uno sguardo.
Il gusto per il classico, sia come temi sia come impostazione pittorica, ben armonizza con la passione per la bellezza femminile e per interpretazioni di respiro moderno. Potremmo quindi riallacciare la sua opera alla felice esperienza della scuola napoletana che, sviluppatasi nel Seicento sulle orme di Caravaggio, il quale nell’ultima parte della sua vita trascorse nella capitale borbonica lunghi periodi, ancora era ben viva nel secolo scorso.
Molti i temi classici affrontati tra filosofia e storia. ''Platone elabora la teoria del mondo delle idee'', ''Il suicidio di Cleopatra'', ''Atlante'', ''Carità romana'': la narrazione pittorica è sempre all’altezza del soggetto e molto spesso accompagnata da un testo, faccio riferimento sempre a facebook nei commenti alle illustrazioni, in cui l’episodio è descritto e analizzato. Copio solo l’inizio dello scritto che accompagna l’opera ''La Cultura n.2'' ovvero ''Prosopopea della Cultura'':
''Io sono la Cultura, ed altri veri amici non avrai, fuorché me! Io sono bella, di una bellezza sottilmente fascinosa, pur senza orpelli od ornamenti. L'unico ornamento che amo indossare è quello della Verità che deriva dalla realtà dei fatti e non dalle semplici opinioni. Tu, se mi seguirai, avrai mille occhi e mille orecchie, e se coltiverai la mia sincera amicizia, avrai vissuto non una, ma cento vite, perché io sola e soltanto io ti darò la possibilità di conoscere il pensiero altrui.”
L’elogio della Cultura, e non si può non scrivere tale nome con la maiuscola, è, in queste frasi e in quelle che seguono, così vivo e sincero, che non posso non provare invidia per chi ha avuto la fortuna di avere il professor Mingione come docente.
Ritorniamo alle opere pittoriche. Temi classici ma non solo. Con lievità e fascino gustiamo la bellezza femminile, elegante, soave, sensuale e mai volgare.
'La bella bisbetica'', ''Signorina'', ''Pensierosa'', ''Il mantello verde'', Interpretazione personale del dipinto di Vermeer ''La ragazza con l'orecchino di perla'', ''Il medaglione'', ''La signora Ines'', ''La lunga collana'', ''Ragazza dal vestito grigio'', ''Il biglietto'': sono veri omaggi alle donne. Omaggi che a volte hanno un sotto inteso simpaticamente ironico, come ''Uh, che mal di testa mi fa venire il mio fidanzato''.
Rare ma sempre apprezzabilissime sono le scene di gruppo come ''L'esame di musica'', ''Nolite me tangere'' (Non mi toccate), ''I dissoluti'' o ''Susanna e i vecchioni''.



Per alcuni quadri l’artista ci permette di ammirare oltre all’opera, i disegni preparatori da lui realizzati, che sono lavori finiti e validi. Nell’ultima illustrazione dell’articolo le due opere ''La bella bisbetica'' e ''La Cultura n.2'' ovvero ''Prosopopea della Cultura'' sono precedute entrambe dal disegno preparatorio. Sinceramente non è facile scegliere tra le due proposte, tra la cura finale e la freschezza del progetto iniziale.



Nessun commento:

Posta un commento

I commenti sono moderati e controllati quotidianamente.
Tutte le opinioni sono benvenute. E' gradita la pacatezza.

“Al di là dello spazio e del tempo. Il libro di Teneramata” di Ricardo Pérez Hernàndez a cura di Vincenzo Capodiferro

AL DI LÀ DELLO SPAZIO E DEL TEMPO La quinta dimensione: un’intuizione “indimostrata e indimostrabile all’evidenza dei sensi” “ Al di là ...