04 novembre 2019

CONCHITA. CONCEPCIÓN CABRERA DE ARMIDA Una nuova biografia: nel segno del Segno editore. A cura di V. Capodiferro

CONCHITA. CONCEPCIÓN CABRERA DE ARMIDA
Una nuova biografia: nel segno del Segno editore. A cura di V. Capodiferro

E' uscita “Conchita. La beata Concepción Cabrera de Armida”, Segno editore, Tavagnacco, Udine - novembre 2019, a cura di V. Capodiferro. Abbiamo redatto questa breve biografia di Conchita, Concepción Cabrera de Armida (1862-1937) una santa beata messicana, la quale nella sua piccola esistenza terrena ha sconvolto grandemente la vita della Chiesa negli ultimi, difficilissimi tempi che ha attraversato, tra l’Ottocento e il Novecento. In questa stesura abbiamo seguito come “fons princeps” il “Diario spirituale di una madre di famiglia” del padre domenicano Marie-Michel Philipon, più volte ristampato, un’opera straordinaria e completa per chi vuole conoscere questa bellissima figura della cristianità contemporanea. Padre Philipon si reca a Città del Messico nel 1954 per fare un’indagine accurata su questa mistica figura della spiritualità. Ne è uscito questo capolavoro, mistico, teologico e spirituale di alto profilo. È un testo fondamentale che il cristiano di oggi dovrebbe leggere per ricostruire la vicenda umana di Conchita, beata, ma per noi già santa di Dio. La nostra biografia, dal titolo “Conchita. La beata Concepción Cabrera de Armida”, per l’editore Il Segno, di Tavagnacco di Udine, riprende a grandi linee le grandi tappe della vita spirituale di Conchita, così come riportate dal padre Philipon, dal padre Gutierrez e tanti altri che hanno scritto di lei e che hanno ripreso i suoi scritti spirituali. Conchita ci ha lasciato una mole immensa di scritti, per la sua stesura pari ad una “Summa Theologiae” di Tommaso. Sebbene la summa di Conchita non sia altro che l’effusione di un’anima, una summa del puro vissuto, dell’erlebnis. Ma noi già la consideriamo pienamente un Dottore della Chiesa. Abbiamo ripreso i punti salienti di questo “film di una vita”, come lo definisce padre Philipon. Conchita nasce a San Luis Potosí, in Messico, il giorno dell’Immacolata Concezione del 1862, da una famiglia di borghesia agraria. Fin da bambina soffre per la salute, infatti viene salvata da una balia, Mauricia, che per allattarla, rinuncia anche a dare il latte al proprio figlio. Cresce in un ambiente familiare cristiano molto devoto. Il padre celebrava ogni giorno il rosario insieme ai dipendenti, e la madre, come lei stessa scrive: è una santa! Si sposa giovanissima con Pancho Cabrera, ed ha nove figli. Una famiglia bellissima. Ha molte estasi e visioni mistiche, tra cui quella centrale della croce, su cui è infisso il sacro Cuore, grondante di sangue e di luce, tra le spine trafiggenti. Da queste sue rivelazioni sorgeranno poi le cinque opere della croce:

Prima opera della Croce – 3 maggio 1894 – Apostolato della Croce
Seconda opera della Croce – 3 maggio 1897 – Religiose della Croce del Sacro Cuore di Gesù
Terza opera della Croce – 30 novembre 1909 – Alleanza d’amore col Sacro Cuore di Gesù
Quarta opera della Croce – 19 gennaio 1912 – Lega Apostolica
Quinta opera della Croce – 25 dicembre 1914 – Missionari dello Spirito Santo.

La vita di Conchita è un’esistenza straordinaria, è come una meteora che si staglia dalle antiche terre degli Aztechi e dei Maya e rifulge in tutto l’Occidente fino in Terra Santa ove ella compie un viaggio. Come un’antica azteca offre il suo cuore palpitante al Sacro Cuore che palpita eternamente sull’altare della croce, grondante di sangue e di luce. La vita di Conchita è un’esistenza straordinaria, è come una meteora che si staglia dalle lontane terre del Messico ed arriva in Europa ed infine ci porta, come i re Magi, sulla capanna di Betlemme. Conchita compie un lungo viaggio che la conduce proprio attraverso la nostra grande penisola Europa, che è una penisola dell’Asia, e la porta sui luoghi del Cristo amato, agli inizi del Novecento: papa Pio X approva le opere della Croce nel 1903. Viene dichiarata Venerabile da papa Giovanni Paolo II e beatificata da papa Francesco nel maggio del 2018. Conchita muore nel 1937. Questa cometa viaggia in tempi di oscurità, peggiori di quel medioevo, che fu malamente definito dai Lumi come l’età dell’oscurantismo e della barbarie. Nel medioevo di certo non si arrivò a due guerre mondiali, ai totalitarismi di massa, alle bombe atomiche, ai lager e compagnia bella. Questo nuovo medioevo comincia nel 1884 quando Leone XIII ha la visione di Satana che sfida di nuovo Dio come fece con Giobbe: per cento anni vuole il mondo. I frutti sono stati quelli che abbiamo visto: guerre mondiali, rivoluzioni, ateismo di stato, ateismo dilagante pratico ed operativo, totalitarismi, stermini di massa, bombe atomiche. Dio assiste sempre il suo popolo mandando i suoi santi, come san Pio, Giovanni Paolo II e tanti altri. Le porte degli inferi non prevarranno. Il regno di Dio si contrappone sempre a quello degli uomini, gli ultimi animali intelligenti del creato, che hanno superato perfino il primato del leone. Ma la natura oltraggiata si sta ribellando ai soprusi dell’uomo. L’uomo ha sciupato, ha sfigurato questa sua eterna madre, altro che madre e matrigna di Leopardi! Conchita ha dalla Provvidenza l’ausilio di padre Félix Rougier, dei maristi. Fu un incontro straordinario. Padre Felice si innamora di Conchita e della sua opera, la promuove, ma ne viene allontanato per 10 lunghissimi anni, dal 1903 al 1913, per ordine dei superiori. Padre Felice obbedisce cristianamente ed aspetta. Dopo tanto tempo, la notte di Natale della Grande Guerra, nel 1914, viene fondato l’ordine dei Missionari dello Spirito Santo nel santuario di N. S. di Guadalupe a Città del Messico, un’opera straordinaria! Grazie a tanti studiosi, ma soprattutto al padre Philipon ed altri che hanno scritto su di lei, ed hanno intuito l’importanza per la vita della Chiesa di questa santa figura, l’opera della santa messicana è stata propagata con amore e con sollecitudine. Le opere della Croce si sono diffuse in tutto il mondo e la Chiesa tutta attende di vedere Conchita sugli altari per essere offerta alla venerazione di tutti i fedeli.
V. Capodiferro

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