24 ottobre 2019

CONFERENZA EUROPEA SUL FUTURO DELL’EUROPA di Antonio Laurenzano

CONFERENZA EUROPEA SUL FUTURO DELL’EUROPA
                                                      
 di Antonio Laurenzano

In attesa dell’insediamento a Bruxelles della Commissione di Ursula von der Leyen, slittato al 1° dicembre, l’Ue prova a uscire dalla impasse in cui è finita per le molteplici sfide esterne generate dal contesto internazionale (dazi americani, ingerenza russa, pressioni cinesi, flussi migratori, Brexit) e per le forti tensioni interne legate alla conflittualità presente nel Consiglio europeo fra governi “sovranisti” e  governi “unionisti”. Una situazione di grande criticità, un quadro politico incerto all’interno del quale si colloca la proposta di una “Conferenza europea sul futuro dell’Europa” avanzata dal Presidente francese Emmanuel Macron nella sua “Lettera ai cittadini europei” del 4 marzo scorso, da convocarsi entro la fine del 2019. Obiettivo ambizioso: la rifondazione del sistema europeo in linea con le aspettative di partecipazione dei cittadini al cambiamento delle istituzioni per gettare le basi di un consenso condiviso sul progetto europeo.
La Conferenza sarà l’occasione per affrontare alcuni dei problemi sul tappeto: governance, ripartizione delle competenze fra i livelli nazionali ed europeo, creazione di un’autonomia fiscale dell’Uem nel quadro del suo completamento (bilancio federale), piano di sviluppo sostenibile, creazione di un mercato del lavoro europeo(contro il dunping salariale), ruolo dell’Ue nel mondo globalizzato. Uno spazio pubblico da riservare all’incontro fra democrazia rappresentativa (sistemi parlamentari) e democrazia partecipativa (società civile e cittadini) per un dialogo finalizzato al rafforzamento del processo di formazione di una comune identità europea. Sulla base di una dichiarazione interistituzionale (Parlamento, Commissione, Consiglio), la Conferenza, senza sostituirsi al ruolo delle istituzioni, servirà da stimolo al dibattito sul futuro dell’Europa nella prospettiva di un generale consenso sulle scelte politiche. Una costituente per sciogliere i nodi delle debolezze dell’Ue attraverso la riforma dei Trattati e cancellare prerogative e regole (diritto di veto) che bloccano l’integrazione dell’Unione.
Un passaggio particolarmente delicato per il futuro dell’Europa. Lo rileva con puntuali argomentazioni Luisa Trumellini, Segretaria nazionale del Movimento Federalista Europeo (MFE), nell’ultimo numero della rivista politica “Il Federalista”. “Il primo confronto che dovrà aprirsi all’interno della Conferenza sarà innanzitutto politico-culturale, tra le due visioni diverse del mondo e della politica, e quindi dell’Europa. L’Europeismo del XXI secolo ha una visione molto più politica, e punta a superare la limitata prospettiva europea del XX secolo che si è costruita dopo Maastricht e dopo la riunificazione tedesca.” In discussione, secondo la Trumellini, “il concetto del modello che teorizza una politica, intesa in termini decisionali, confinata all’interno dello Stato nazionale per accompagnare il gioco delle forze della libera competizione economica e commerciale sui mercati globali, pur in un quadro di cooperazione tra partner a livello europeo”.
In un mondo globalizzato, in cui arretrano le democrazie e l’apertura dei mercati è messa sotto pressione dalla politica di potenza, l’Europeismo del XXI secolo rivendica un’Europa che diventi un vero soggetto politico, un’istituzione sovrana capace di fare politica, di decidere e di agire. “In questa visione l’Europa rappresenta il solo livello di governo con il quale sarà possibile per i cittadini europei  recuperare il controllo dei processi storici, economici e tecnologici in atto e rilanciare il ruolo della politica, dello Stato e quello dell’identità, propedeutica alla coesione sociale.” Il punto dirimente prioritario da affrontare, secondo il MFE, dovrà essere quello della rifondazione dell’Unione europea su due livelli di integrazione, fondati sulla diversa volontà degli Stati membri di partecipare a un’unione politica sovranazionale che emergerà dal dibattito (“Europa a più velocità”). Un’Unione più stretta tra gli Stati a un centro di gravità politico di natura federale che la rafforzi e la stabilizzi.    
La sovranità europea condivisa e l’interdipendenza delle politiche, economiche e sociali,  devono costituire i pilastri di una governance responsabile e competente, presupposto di ogni progetto unitario di una equilibrata integrazione politica. Dalla Conferenza europea si attende un sussulto di coscienza per evitare che il sogno di un’Europa unita si trasformi miseramente nell’incubo del XXI secolo.


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