12 giugno 2019

Non vendere i tuoi sogni mai di U. Lucarelli a cura di Vincenzo Capodiferro

NON VENDERE I TUOI SOGNI MAI
Ristampa di un classico della letteratura sessantottesca in Italia di Umberto Lucarelli

È stata ristampata dall’editrice Bietti di Milano l’opera dello scritto Umberto Lucarelli: “Non vendere i tuoi sogni mai”, editata da Tracce, nel 1987. L’opera viene presentata alla Feltrinelli Manzoni di Milano giovedì 13 giugno, alle ore 18.00. Lo scrittore Umberto Lucarelli, impegnato nel sociale, ci lascia varie produzioni letterarie, tra le ultime ritroviamo: Sangiorgio e il drago (2008), Rivotrill (2011), Commiato (2014), Vicolo Calusca (2018). Ci ricorda, nella prefazione alla nuova edizione, Tommaso Spazzali: «È un filo sottile quello che lega sogno e realtà, un procedere incerto dove turbamenti, desideri, bisogni esprimono il senso dell’agire, mentre la concretezza dell’azione ne traccia il confine». Ci siamo dimenticati forse lo slogan “fantasia al potere” che era uscito nel nostro sessantotto. L’Italia ha vissuto una stagione di grandi sconvolgimenti, di forte e profondo rinnovamento politico, sociale, culturale. La grande primavera che va dal 1967 al 1977, un decennio, è stata foriera di tempi nuovi. Umberto ci riporta col suo stile neo-realistico in quei tempi. Il protagonista, Michele Giorgi, una notte non dorme! Si gira, si rigira! Il ronzio del frigorifero lo disturba, lo tiene sveglio. Ed allora si mette a ricordare… la notte svela il mondo del ricordo. Di notte, tra le tenebre siamo più vicini a quel mondo dell’inconscio di Freud. Ricorda i suoi primi amori, le sue battaglie giovanili, i cortei, gli sconti con la polizia, gli errori, le gabbie della cella dive veniva rinchiuso, perché accusato di costituzione di banda armata. È la storia di un rivoluzionario mancato, come tanti, di quei tempi, ma che in fondo ci ha provato, a cambiare la solita Storia dei potenti, dei prepotenti… Spesso i giovani venivano accusati di terrorismo, anche ingiustamente, perché mica tutti erano terroristi! Ma quale terrorismo? È terrorismo battersi per la libertà, forse? È come dire: tutti i rivoluzionari francesi dell’’89 erano forse terroristi? Tutti i rivoluzionari russi del 17, erano forse tutti terroristi? Purtroppo con Stalin il comunismo è stato tradito, si è trasfigurato in nazional-comunismo, fratello gemello del nazional-socialismo. Stalin fece far fuori tutti i rivoluzionari. Ricordiamo Trockij! Preso a picconate? Ma cosa aveva fatto? Era un terrorista? Era diventato un terrorista! Ecco il Giorgi: «Rividi i cortei passeggiare per le strade, le fiamme che illuminavano i marciapiedi, il fumo della benzina bruciata per strada, gli stivali lucidi della polizia. E sentii il grido, il mio grido che s’alzava, udii canzoni, battiti di mano, cantilene. E correvamo, calpestavamo l’asfalto di catrame, fuggivamo rincorsi dai candelotti e dai fumogeni dei carabinieri. E vidi le sale colme di gente, ascoltai le assemblee, le riunioni, sorrisi. E c’erano tutti i miei amici, per mano, sottobraccio. C’erano i suoni delle nostre parole. E manganelli neri, moschetti lucidi, anfibi. Apparvero divise, scuole, università. Sventolarono striscioni, colori, scritte sui muri. Vagammo. Gridammo per le vie, entrammo nelle fabbriche. Scorsi il sangue. Conobbi la violenza. Immaginai i morti sull’asfalto. Nelle parole d’Ivano, nella sua poesia scherzosa, lessi quegli anni, scrutai dal letto dell’ospedale, infransi la finestra della mia memoria e sprofondai nei quindicimila frammenti del ricordo». Cosa vuol ridire all’uomo d’oggi questa ristampa di Umberto? «Dietro le parole di Lucarelli si nasconde l’urgenza d’un radicale cambiamento, l’odio per l’autoritarismo e la consapevolezza che deve esistere, un mondo diverso, sentimento che fu patrimonio della sua generazione e oggi, non meno che allora, vale ripetere le parole che l’autore consegna a ciascuno di noi: «Non vendere i tuoi sogni, non farlo mai»». In un periodo dove trionfa l’atomismo gnoseologico, etico, politico, culturale del post-moderno, trionfa il mito della società liquida, l’amore liquido, anzi liquefatto, la storia purtroppo si ripete. Di nuovo si ergono i potenti, i prepotenti … i capitalisti, i super-capitalisti… La storia, come diceva Pasolini, è una maestra increduta, non incredula!!! Non è vero il motto: Historia magistra vitae. La Storia è come Cassandra: quando dice la verità vien scacciata, invisa: nunzia di sventure! Quando poi le cose accadono: ecco, è sempre lei! Maledetta! Dove erano i rivoluzionari quando trionfava lo stalinismo, il fascismo, il nazismo? Dove erano? Quando nel XX congresso del PCUS Kruscev denunciò i crimini di Stalin, dalla sala si levò un urlo: ma lei dove era? Al che Kruscev: chi è? Chi è? Nessuno si levò dalla sala. E rispose: Io ero dove oggi è seduto lei. Noi non possiamo assistere inerti dinanzi i turbini della Storia, noi possiamo cambiare la Storia e ci saranno sempre oppressori ed oppressi, patrizi e plebei, borghesi e capitalisti, servi e padroni… Così cominciava in qualche modo il Contratto di Rousseau, ed anche il Manifesto di Marx.

Vincenzo Capodiferro

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