20 maggio 2019

NATURAL-MENTE. CORSO DI PSICOGENIA FISIOFRENICA A cura di Vincenzo Capodiferro

NATURAL-MENTE. CORSO DI PSICOGENIA FISIOFRENICA
A cura di Vincenzo Capodiferro

È uscito da poco alle stampe “Natural-mente. Corso di psicogenia fisiofrenica” presso Éditions Croix du Salut (16.04.2019), l’ultimo libro di Vincenzo Capodiferro. Il “Corso di Psicologia Omeofisica” o “Psicogenia fisiofrenica”, come viene designato nel titolo, è frutto di una serie di meditazioni sulla psicologia razionale rivolte ad un gruppo di alunni ristretto degli allievi del Liceo di Varese, ove insegna l’autore. Questi allievi simbolicamente sono associati ai quattro elementi fondamentali della Natura: ARIA, ACQUA, TERRA E FUOCO. Schiariamo subito il campo: la psicologia che si tratta, pur ricollegandosi alla psicologia scientifica, quella sorta nell’ambito del positivismo, ufficialmente col laboratorio wundtiano (Laboratorio di Psicologia, Lipsia 1879), si riferisce soprattutto ed essenzialmente all’antichissima scienza della Psyche, alla scientia sui di Socrate, di Platone, di Aristotele, etc., rispondendo proprio al monito, all’imperativo delfico: Conosci te stesso! Quest’opera non pretende di essere un’opera di psicologia vera e propria, ma più che altro di un’opera di counseling filosofico. Non pretende di dare cure, ma consigli, itinerari, sicuri del principio: medicus curat, Natura sanat. E la Natura sana anche le malattie mentali. È vero! È proprio così! E la cura proviene dalla pura naturalità, senza farmaci. La psicologia omeopatica parte da un preciso presupposto, che noi abbiamo più volte indicato, prendendo spunto dal titolo di un quadro di un autore sconosciuto: L’inadempienza dell’anima alla follia. La follia è un processo necessario della Natura, che va riportato all’uscita-fuori-di-sé: il processo estatico per eccellenza. Estasi significa uscire fuori. La Physis indica pertanto il divenire, contrapposto all’Einai, cioè l’essere in sé. L’Uno, come lo definivano Platone e Plotino, esce fuori di sé e ritorna in sé. Così l’io esce fuori di sé e ritorna in sé e lo fa nel passaggio da ogni stadio della vita all’altro: crisi-stabilità-crisi … L’importante è allora non è tanto sperimentare la patologia, quanto viverla come un processo di avveramento dell’io. Così tra normalità e anormalità c’è sì continuità come diceva Freud, ma c’è anche un rapporto dialettico. Il processo dell’io è sempre uscire fuori di sé e tornare in sé: exitus e reditus. L’opera ci offre uno sguardo sulle pulsioni fondamentali, le tendenze, i temperamenti, i caratteri. E soprattutto ci offre una terapeutica legata al counseling che si rifà alla maieutica socratica, ricollegata naturalmente alla psicoanalisi. Vi è l’analisi precisa dei tre mondi: quello sensale, o reale, quello immaginale, o medio, legato al principio di intenzionalità e quello ideale, o iperuranico, che coincide col mondo trascendentale apriori di kantiana memoria. Vi è infine una sezione dedicata all’interpretazione dei miti antichi in chiave psicologica. Il messaggio fondamentale comunque resta quello: solo tornando alla Natura, la grande madre, che non è matrigna, come credeva Leopardi, possiamo guarire dal male di essere (il male di vivere di Montale ed altri) e dall’allontanamento dal vero essere. Nella speranza di aver apportato un valido contributo alla psicologia naturalistica, proponendo, tra l’altro, sedi di recupero in piena natura che ci ricordano gli antichi “falansteri”, ci rimettiamo al giudizio ed alla sensibilità del lettore.

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Miriam Ballerini a Fagnano Olona (VA)