27 maggio 2019

GRANDE LETTERA DI ILARIONE AI SUOI FIGLI. SULLO SPIRITO SANTO E SUI SUOI DONI a cura di Vincenzo Capodiferro


GRANDE LETTERA DI ILARIONE AI SUOI FIGLI. SULLO SPIRITO SANTO E SUI SUOI DONI (1805). Un inedito esoterico sulla spiritualità giansenista moderna
A cura di Vincenzo Capodiferro

La “Grande lettera di Ilarione ai suoi figli”, editato presso Éditions Croix du Salut (13.05.2019), a cura di Vincenzo Capodiferro, è un capolavoro della spiritualità cristiana. È una lettera esoterica, cioè riservata agli eletti e non aperta al pubblico, nel senso etimologico del termine (esoterico=interno, nascosto), che ci rivela un mondo prezioso racchiuso in uno scrigno della comunità giansenista, guidata da questo Padre, che si fa chiamare Ilarione. Come si evince dall’Epistola, la comunità dei “piccoli” dello Spirito è strutturata gerarchicamente: vi sono i reggenti che sono i Padri, poi vi sono i Sorveglianti, e i Provveditori. Ilarione si rivolge sempre ai “piccoli”, sia in senso materiale che spirituale. I Piccoli dello Spirito sono coloro, che prendendo a cuore il monito evangelico, si sono resi piccoli per il regno di Dio. Trai Piccoli Spirituali poi vi sono alcuni, che hanno ricevuto particolari doni dello Spirito, e questi sono definiti Strumentali. Tra gli Strumentali poi, riveste una particolare mansione la piccola Elisée, depositaria particolare dei doni dello Spirito. Nella lettera questo padre rivela l’opera dello Spirito, ed anche le difficoltà, le gelosie che sorgono trai piccoli: in particolare emergono due figure, una è Elisée, che abbiamo menzionato, come Maria, l’altra, invece, è Genèvieve, come Eva, seduttrice e corrotta. Ilarione racconta che Gennèvieve lo accusa pubblicamente e lo fa condannare. In maniera misteriosa Ilarione viene salvato dalla morte. Siamo in un periodo particolare dove i fenomeni mistici e religiosi, in genere, subito vengono perseguiti. Ci ha lasciato questa lunghissima lettera/testimonianza, che è un documento unitario, ma si divide in più giornate. La datazione è semplice, e segue il calendario rivoluzionario. L’attività dell’Opera dello Spirito Santo, risale almeno al 1782. Tutta la Rivoluzione Francese e l’Età napoleonica viene vista come una punizione divina della corruzione umana. Ilarione interpreta l’uomo, secondo la canonica giansenista, come un composto di Umanità e Divinità. La natura umana purtroppo è soggetta alla corruzione ed al peccato, la natura divina, invece, dipende direttamente dalla Grazia, che è soccorritrice. Lo Spirito si serve naturalmente di persone speciali, gli Strumentali, per propagare la sua opera salvatrice dell’umanità: il fine dell’uomo è interpretare quest’opera soprannaturale dello Spirito che agisce nell’Umanità, attraverso la Divinità. Lo stile è semplice, chiaro, a volte ripetitivo, ma molto avvincente.

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