GRANDE LETTERA DI ILARIONE AI SUOI FIGLI. SULLO SPIRITO SANTO E SUI SUOI DONI a cura di Vincenzo Capodiferro
GRANDE
LETTERA DI ILARIONE AI SUOI FIGLI. SULLO SPIRITO SANTO E SUI SUOI
DONI (1805). Un inedito esoterico sulla spiritualità giansenista
moderna
A
cura di Vincenzo Capodiferro
La
“Grande lettera di Ilarione ai suoi figli”, editato presso
Éditions
Croix du Salut (13.05.2019), a
cura di Vincenzo Capodiferro, è un capolavoro della spiritualità
cristiana. È una lettera esoterica, cioè riservata agli eletti e
non aperta al pubblico, nel senso etimologico del termine
(esoterico=interno, nascosto), che ci rivela un mondo prezioso
racchiuso in uno scrigno della comunità giansenista, guidata da
questo Padre, che si fa chiamare Ilarione. Come si evince
dall’Epistola, la comunità dei “piccoli” dello Spirito è
strutturata gerarchicamente: vi sono i reggenti che sono i Padri, poi
vi sono i Sorveglianti, e i Provveditori. Ilarione si rivolge sempre
ai “piccoli”, sia in senso materiale che spirituale. I Piccoli
dello Spirito sono
coloro, che prendendo a cuore il monito evangelico, si sono resi
piccoli per il regno di Dio. Trai Piccoli Spirituali poi vi sono
alcuni, che hanno ricevuto particolari doni dello Spirito, e questi
sono definiti Strumentali. Tra gli Strumentali poi, riveste una
particolare mansione la piccola Elisée, depositaria particolare dei
doni dello Spirito. Nella lettera questo padre rivela l’opera dello
Spirito, ed anche le difficoltà, le gelosie che sorgono trai
piccoli: in particolare emergono due figure, una è Elisée, che
abbiamo menzionato, come Maria, l’altra, invece, è Genèvieve,
come Eva, seduttrice e corrotta. Ilarione racconta che Gennèvieve lo
accusa pubblicamente e lo fa condannare. In maniera misteriosa
Ilarione viene salvato dalla morte. Siamo in un periodo particolare
dove i fenomeni mistici e religiosi, in genere, subito vengono
perseguiti. Ci ha lasciato questa lunghissima lettera/testimonianza,
che è un documento unitario, ma si divide in più giornate. La
datazione è semplice, e segue il calendario rivoluzionario.
L’attività dell’Opera dello Spirito Santo, risale almeno al
1782. Tutta la Rivoluzione Francese e l’Età napoleonica viene
vista come una punizione divina della corruzione umana. Ilarione
interpreta l’uomo, secondo la canonica giansenista, come un
composto di Umanità e Divinità. La natura umana purtroppo è
soggetta alla corruzione ed al peccato, la natura divina, invece,
dipende direttamente dalla Grazia, che è soccorritrice. Lo Spirito
si serve naturalmente di persone speciali, gli Strumentali, per
propagare la sua opera salvatrice dell’umanità: il fine dell’uomo
è interpretare quest’opera soprannaturale dello Spirito che agisce
nell’Umanità, attraverso la Divinità. Lo stile è semplice,
chiaro, a volte ripetitivo, ma molto avvincente.
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