14 gennaio 2019

Gli anni di piombo: alla storia a cura di Angelo Ivan Leone

Gli anni di piombo: alla storia
Tratto da:Onda Lucana® by Angelo Ivan Leone-Docente di storia e filosofia presso Miur
L’arresto in terra di Bolivia del latitante Cesare Battisti è una notizia da accogliere con giusta soddisfazione, ma freddamente. La giusta soddisfazione deriva dal fatto che Battisti è un latitante sfuggito alla giustizia italiana dopo essere evaso dal carcere di Frosinone dove stava scontando una pena di 12 anni, in primo grado, per banda armata. Dopo questa condanna e la sua fuga Battisti è stato condannato in contumacia, per la partecipazione a quattro delitti, all’ergastolo.
Questi i fatti. Si tratta, quindi, di un uomo che ha un debito da scontare con la giustizia italiana alla quale ci auguriamo, di tutto cuore, che venga finalmente e sicuramente restituito. Ma la notizia si deve accogliere anche freddamente. Che cosa vuol dire quell’avverbio che segue la legittima e sacrosanta soddisfazione?
Vuol dire che questa notizia deve essere accolta con la mente lucida e con la freddezza necessaria per evitare di buttare questa notizia in politica. Il rischio di buttarla in politica esiste, è grande e qualcuno lo sta già facendo. Intendiamoci: è chiaro ed è evidente l’interesse di una certa parte politica ad utilizzare notizie del genere per screditare e delegittimare la parte politica avversa e opposta. Il problema è che su questo interesse ci si può costruire benissimo sopra una narrazione fantastica e folle che tende a vedere i dirigenti della parte politica avversa come degli amici di Battisti, dei terroristi rossi in generale e dei “compagni che sbagliavano” degli anni di piombo nostrani. Questo è falso ed è sconsiderato perché l’unico lascito realmente certo e positivo che le ultime elezioni politiche italiane hanno portato è stato quello di cambiare anagraficamente la classe politica italiana, sostituendo una generazione che aveva dei legami, prettamente anagrafici, storici e politici con gli anni di piombo, con un’altra generazione che questi legami, a partire dal mero dato anagrafico, non può averli e non li ha né li può avere né come tradizione storica e nemmeno come agire politico.
Pertanto a chi cavalca la tigre, per interesse politico, del risentimento contro Battisti allargando questo risentimento per volgerlo alla criminalizzazione e alla delegittimazione della parte politica avversa ci apprestiamo a rivolgere questo accorato appello: lasciamo gli anni di piombo alla storia. Voi e noi apparteniamo ad un’altra generazione dobbiamo confrontarci, anche aspramente se occorre, essendo tali confronti il sale della democrazia, ma su tutt’altri temi rispetto a Battisti, i terroristi rossi, neri o di stato. Gli anni di piombo dobbiamo affidarli alla storia.
Una brutta e sanguinosa storia che proprio se ci lasceremo alle spalle e non faremo in modo che inquini il nostro presente possiamo augurarci ed auspicare che non torni più. Mai più.

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