23 dicembre 2018

Il compagno radicale a cura di Angelo Ivan Leone

Il compagno radicale
Tratto da:Onda Lucana® by Angelo Ivan Leone-Docente di storia e filosofia presso Miur
Il partito radicale ebbe i meriti storici di non lasciare le battaglie civili del post ’68 in mano ai cattocomunisti, altrimenti oggi saremmo ancora un Paese senza l’aborto, senza il divorzio e con una condizione civile infinitamente peggiore, voi direte si può? Certo che si può, specie se entriamo in quello che Hegel avrebbe certamente definito: lo spirito del tempo. I radicali portarono questa lotta di civiltà in Parlamento che era il luogo deputato, mai parola fu più azzeccata, ad affrontare tali questioni e con i referendum interrogarono il popolo italiano e vinsero.
Che grande vittoria fu quella. Una vittoria di civiltà che è poi, o meglio dovrebbe essere, la massima aspirazione per una qualsiasi forza politica e non il potere. Al potere i compagni radicali non mirarono mai, anche quando entrarono nella stanza dei bottoni, apparvero sempre spaesati perchè al potere, con tutte le brutture che esso comporta, furono sempre inconciliabili. Furono dei Don Chisciotte e come non si fa ad amare Don Chisciotte? Perciò io, se fossi in chi adesso è in parlamento, vedrei questo in Emma Bonino e ne avrei rispetto e, soprattutto, me ne starei, per via di quel rispetto, in piedi. In piedi.

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