22 novembre 2018

FISCO, ARRIVA LA STANGATA (ma non la semplificazione)di Antonio Laurenzano

                 
 FISCO, ARRIVA LA STANGATA (ma  non la semplificazione)di  Antonio Laurenzano

Per imprese e famiglie stangata in arrivo, il fisco batte cassa. Nuovo appuntamento in novembre con scadenze e adempimenti generati da un ordinamento tributario complesso, espressione di una legislazione elefantiaca, a volte schizofrenica. Una giungla fiscale! Entro la fine del mese, tra acconti di imposte (Irpef, Ires, Irap) e versamenti dell’Iva, delle ritenute Irpef e delle addizionali regionali e comunali, i contribuenti  saranno chiamati a “bonificare” al fisco oltre 57 miliardi di euro.
In Italia il gettito tributario (imposte, tasse e tributi) assicura alle casse dell’ Erario circa 500 miliardi di euro l’anno, concentrati prevalentemente nelle scadenze di giugno-luglio e novembre-dicembre. Per le scadenze fiscali di novembre, la maglia nera per l’imposta più onerosa a carico di imprese e lavoratori autonomi è l’Iva (15 miliardi di euro), il cui aumento è stato “sterilizzato” ancora per un anno con la manovra di bilancio 2019. Al secondo posto l’acconto Ires che peserà sui bilanci delle società di capitali per 14 miliardi. L’acconto Irpef alle aziende costerà 7,4 miliardi, l’Irap 6,5 miliardi. Cifre da capogiro in un ciclo economico incerto con previsioni di crescita non incoraggianti e mercati aggressivi.
Ma le imprese, con scarsa liquidità a disposizione e con il perdurare della crisi del credito, devono fare i conti anche con i ritardi dei pagamenti da parte della PA: un buco di circa 60 miliardi di euro, interessi compresi. Da tempo si richiede  di poter compensare i crediti erariali con le imposte dovute al fisco. Un dialogo fra sordi, a dispetto del  deferimento dell’Italia alla Corte di Giustizia dell’Ue da parte della Commissione europea a causa del sistematico mancato rispetto delle disposizioni comunitarie.
Sempre più difficile il rapporto fra fisco e contribuente nonostante annunci e promesse di semplificazione e di riduzione della pressione fiscale (41,8%). Un rapporto poco trasparente destinato a complicarsi ulteriormente con l’arrivo a gennaio della fatturazione elettronica (addio alla carta) e del cosiddetto “esterometro” mensile, un vero rompicapo soprattutto per le piccole aziende che intrattengono scambi commerciali con l’estero. A luglio il debutto dello “scontrino digitale” per commercianti al minuto e  assimilati con l’obbligo della trasmissione telematica all’Agenzia delle Entrate dei corrispettivi del giorno. E la chiamano semplificazione!
Da anni si opera con una frantumazione della legislazione tributaria e un proliferare della normativa che è causa non solo di uno scadimento qualitativo della legislazione ma anche della potenziale ignoranza della legge, con grave pregiudizio della certezza del diritto, divenuta una chimera! Il contrasto all’evasione fiscale, che in Italia ha raggiunto livelli patologici con ricadute sull’economia del Paese, va condotto con una normativa chiara, estremamente semplice, e non soltanto con onerosi adempimenti a carico del contribuente. Più complicato è un sistema fiscale, più facile sarà nascondere reddito nelle sue pieghe oscure, anche in termini di elusione. Realpolitik o … libro dei sogni?

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