20 giugno 2018

UN POPOLO DI: SANTI, POETI, NAVIGATORI E… EMIGRANTI a cura di Angelo Ivan Leone

UN POPOLO DI: SANTI, POETI, NAVIGATORI E… EMIGRANTI

Il viaggio che gli Italiani hanno fatto peregrinando l’intero Vecchio Continente è plurimillenario. Se però s’intende analizzare i motivi storici di questa dipartita dal Bel Paese per quanto concerne gli ultimi 4 secoli della nostra storia non c’è poi da arrabattarsi tanto tra carte e statistiche per scoprire che di motivi ce ne sono soltanto due: la disperazione e la fame. Questi due fattori sono facilmente riconducibili alla decadenza che il nostro Paese attraversò dalla fine del Cinquecento in poi e che arriva fino ai nostri giorni, nostri giorni compresi.
La situazione tuttavia non cambiò nemmeno quando lo stato si unificò durante la seconda metà del XIX secolo. Anzi i governi, da segnalare quelli preseduti da Giovanni Giolitti, promossero la crescita dell’emigrazione anche e soprattutto per ovviare alla soluzione della Questione Meridionale, giacché, sin d’allora, la gran parte degli emigranti partiva dal Sud. Durante il Fascismo l’emigrazione si arrestò, per poi riesplodere negli anni della ricostruzione e del miracolo economico, in cui centinaia di migliaia di emigranti lasciavano il Meridione avendo come meta soprattutto il Belgio e la Germania.
Incontrando molti pregiudizi e calunnie, le due cose si sposano con reciproca soddisfazione, soprattutto in Germania, da ricordare, a questo proposito, la famosa copertina del “Der Spiegel”(uno dei quotidiani più popolari fra i tedeschi) che datata 1978 rappresentava un piatto di spaghetti con una P.38 piantata nel bel mezzo della pietanza per far capire ben bene cosa pensassero i tedeschi.
È evidente che simili discriminazioni non furono molto gradite dai nostri compatrioti che infatti stentavano e stentano, ancora oggi, ad integrarsi con la società tedesca, a differenza di quello che accadde in Francia e in Belgio (da ricordare i minatori e la tragedia di Marcinelle cui è dedicata la celeberrima canzone: una miniera dei New Trolls), le altre due nazioni europee con la più grande densità di emigrati italiani.
In Francia questo risultato è da attribuire alla politica accorta di Mitterand che capì quale contributo avrebbero portato le mani dei lavoratori italiani all’economia francese, anche se non erano mancate nemmeno nel Paese dei galletti fenomeni di razzismo che culminarono con la realizzazione di veri e propri pogrom nel sud della Francia verso la fine dell’Ottocento. Gli italiani erano accusati di essere dei criminali e di portar via lavoro agli onestissimi lionesi e marsigliesi!
Tratto da:Onda Lucana® by Angelo Ivan Leone-Docente di storia e filosofia presso Miur

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