LA SCATOLA DEI BOTTONI DI GWENDY di S. King e R. Chizmar recensito da Miriam Ballerini
LA
SCATOLA DEI BOTTONI DI GWENDY di S. King e R. Chizmar
© Sperling & Kupfer 2018
ISBN 978-88-200-6433-4 Pag.240 €
17,90
La storia narrata in questo
romanzo prende e porta il lettore a leggere pagina dopo pagina senza fermarsi.
Gwendy è una ragazzina obesa
presa di mira dal bullo di turno. Ecco che, stanca di essere presa in giro,
comincia a correre sulla scala del suicidio, un sentiero che si trova a Castle
Rock, la cittadina inventata da King, che più volte abbiamo trovato in diversi
suoi romanzi.
Durante una di queste corse
Gwendy fa uno strano incontro: Mr. Farris è un uomo composto, educato, che
l’aspetta seduto su di una panchina per poterla incontrare.
Ovvio che lei non si fidi, sa
bene come va il mondo e che non bisogna fidarsi degli estranei.
Ma quest’uomo è così per bene…
allora gli si siede accanto e lui le affida una scatola di mogano.
Se lei preme una levetta, un
piccolo vassoietto le donerà un cioccolatino come mai ne ha assaggiati e che
l’aiuterà a dimagrire, ma non solo: a scuola diverrà brava senza sforzo, si
trasformerà in una bella ragazza che tutti vorranno. Nello sport sarà fra
quelli che eccellono…
Un’altra levetta e la scatola le
regalerà delle monete d’argento valutate almeno ottocento dollari l’una.
Ma… c’è sempre un ma, non vi
pare? E il ma di quella scatola è che ha altri bottoni, la responsabilità di
eventi che potrebbero accadere al mondo sono nelle sue mani.
Gwendy terrà la scatola per anni,
fino a quando Mr. Farris non verrà a riprendersela.
Come dicevo è un libro che in un paio d’ore lo si legge. E forse è proprio
questo il suo difetto: manca della genialità propria di King al quale il
Maestro ci ha abituati.
Avremmo voluto saperne di più, ci
sono temi e scene che avrebbero potuto essere più sviluppati, mentre tutta la vicenda è stata come una corsa sulla
giostra, dove siamo scesi alla fine del giro, allegri, ma ancora insoddisfatti.
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