27 aprile 2018

L’ EUROPA DEI SOVRANISMI di Antonio Laurenzano


L’ EUROPA DEI SOVRANISMI
di Antonio Laurenzano

Forti venti di euroscetticismo soffiano su tutta l’Europa, confermati dal voto tedesco, da quello austriaco e più di recente da quello nell’Ungheria di Orban. Il sovranismo è divenuto la stella polare per l’identità politica per la maggior parte degli europei che manifestano un rigetto crescente verso i partiti tradizionali. Un rigetto che affonda le sue radici nello smarrimento del ceto medio, della vecchia classe operaia, nelle difficoltà occupazionali dei giovani. E’ in questo spazio di precarietà che nascono e crescono i movimenti nazional-populisti che si alimentano delle suggestioni sovraniste, azzerando di fatto quella solidarietà che in Europa aveva accomunato tutte le forze politiche alla fine della seconda guerra mondiale e su cui era stato edificato il sogno di un’ Europa unita, disegnato nello storico Manifesto di Ventotene da Altiero Spinelli.
Insicurezza economica e disagio sociale rafforzano la domanda di sovranità, quella che Luigi Einaudi defini’ il “mito funesto”. Spaventati dalle conseguenze di una lunga crisi economica, delusi da una politica poco protettiva e dai partiti tradizionali non più connessi con i bisogni e le aspettative della gente, in mezza Europa si inseguono le sirene del populismo. Un tema caldo che ha fortemente appassionato il Presidente francese Macron intervenuto la scorsa settimana all’Europarlamento di Strasburgo. Chiare e ferme le sue parole: “La risposta all’euroscetticismo non è la democrazia autoritaria del populismo, ma l’autorità della democrazia. Dobbiamo combattere per difendere la sovranità europea condivisa dalle pulsioni nazionaliste e dai sistemi illiberali e rilanciare il progetto europeo.”
A un anno dalle elezioni europee, la strada da percorrere è dunque quella della sovranità condivisa e della interdipendenza delle politiche che devono costituire i criteri fondamentali di una governance responsabile per assicurare sviluppo economico, identità e sicurezza. Nessun Paese europeo può garantire, da solo, la effettiva indipendenza delle proprie scelte. Nessun ritorno alle antiche sovranità, agli antichi nazionalismi potrà garantire ai cittadini europei pace, sicurezza, e benessere. Al di là dei demagogici proclami per catturare consensi elettorali, l’alternativa all’integrazione fra i popoli non sarà il ritorno alla sovranità nazionale, ma la balcanizzazione del Vecchio Continente con il dilagare di piccole patrie regionali incapaci di incidere sulle dinamiche continentali e ancor meno fronteggiare con successo i guasti della globalizzazione.
Sarebbe alto il prezzo da pagare per conquistare una “sovranità tradita” per un populismo che, coltivando una promessa che non potrà essere mantenuta (“le leve del potere sono altrove”), ripudia la democrazia rappresentativa fondata sulla delega, sulla centralità del Parlamento e sulla separazione dei poteri. Non si possono assecondare timori e paure ricorrendo alle scorciatoie sovraniste. Un rischio in termini storici ed economici.
L’Europa deve valorizzare la propria identità culturale, rilanciare politiche economiche espansive e di crescita, recuperare, in un momento di grandi tensioni sullo scacchiere internazionale, la centralità politica del suo ruolo. Un salto di qualità per fermare gli egoismi nazionali e fronteggiare la miopia politica di chi, avendo perso ogni memoria storica, dimentica i lutti e le distruzioni dei nazionalismi del XX secolo. uale
Per scacciare i fantasmi del sovranismo e diradare la fitta nebbia delle incertezze e delle contraddizioni che avvolge l’Ue, serve ritrovare in fretta l’originario spirito comunitario dei Padri fondatori e soprattutto mettere fine ai tanti compromessi al ribasso di un’Europa intergovernativa priva di un governo capace di rispondere alle attese dei cittadini. Serve un’Europa forte e credibile per rispondere alle nuove sfide mondiali con soggetti politici nuovi, per seguire con unità dì azione la via del futuro, nel segno di una reale integrazione politica.

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