IL TRIBUNALE DELLE ANIME di Donato Carrisi recensito da Miriam Ballerini
© 2012 Tea – I grandi ISBN 978-88-502-4772-1
€ 5,00 Pag. 462
Secondo romanzo di Carrisi che
leggo, purtroppo non in ordine cronologico, questo è stato scritto prima de “Il
cacciatore del buio” che ho letto in precedenza.
Troviamo gli stessi protagonisti:
Marcus il penitenziere, Clemente il suo superiore; Sandra Vega, facente parte
della polizia scientifica.
Diverse le vicende che si
intersecano, tutte ben separate e che si seguono senza nessuna difficoltà da
parte del lettore.
Abbiamo un serial killer in fin
di vita e la ricerca disperata di una delle sue ultime vittime che può essere
ancora viva. La lotta è contro il tempo per riuscire a salvarla.
Un penitenziere che potremmo
definire pentito che lascia ai parenti delle vittime che non hanno ricevuto
giustizia delle tracce, così che possano essere loro stessi a risalire ai
colpevoli e a punirli con la morte.
Sandra Vega che, rimasta da poco
vedova, incalzata da un sedicente poliziotto dell’Interpol, lascia Milano per
recarsi a Roma, ripercorrendo le indagini che stava conducendo suo marito.
Perché il volo da un palazzo che ha messo fine alla sua vita, non è stato un
incidente. Qualcuno lo ha ucciso. Perché? Cosa stava cercando? Cosa aveva
scoperto?
Una foto rimastole ritrae Marcus,
il penitenziere.
Le loro strade si intersecano,
prima solo sfiorandosi, poi in modo più brutale.
E ancora, un anno prima veniamo a
conoscenza della storia di questo cacciatore. La sua è una preda particolare:
sta cercando una persona affetta da uno strano tipo di malattia mentale, che
riesce a impossessarsi delle vite altrui, sostituendosi ad esse, diventando, di
fatto, l’altra persona.
Le sue indagini lo portano fino a
Chernobyl, la Chernobyl post – nucleare, deserta e abbandonata, ma forse non da
tutti.
Non annoia, non confonde; ma si
fa sempre più interessante.
Alla fine del romanzo, Carrisi ci
spiega che davvero i penitenzieri esistono, così come la sindrome di cui è
colpito il personaggio cercato dal cacciatore. Apprezzo molto che i suoi
scritti siano comunque frutto di ricerca e basati su cose vere.
Scrive Sergio Pent su La Stampa: “Il
tribunale delle anime è un’altra straordinaria operazione del genio del male…
Scrivere romanzi come questo comporta una certa dose di genialità”.
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