GELONE, IL “TIRANNO POLITICO” Un lavoro storico avvincente e premuroso, di Filomena Lombardo
GELONE,
IL “TIRANNO POLITICO”
Un
lavoro storico avvincente e premuroso, di Filomena Lombardo
“Il
tiranno politico. Gelone tra Oriente ed Occidente” è un libro
scritto da Filomena Lombardo e pubblicato da Emia Editore, Riano
2017. Filomena Lombardo è nata nel 1971 a Brackenheim in Germania.
Si è trasferita fin da piccola a Varese e si è laureata in lettere
Moderne. Madre, moglie e insegnante, appassionata di Storia Antica,
Arte e Lettere antiche. Ha conseguito il Diploma di Laurea in
Archeologia ed è specializzanda in Archeologia classica. Partecipa
tra l’altro attivamente a varie campagne di scavo. In questo
interessante ed avvincente lavoro storico Filomena si imbatte nella
figura straordinaria di Gelone, il quale viene presentato come un
“tiranno atipico” da un lato, atto a salvare la grecità dalla
barbarie, e dall’altro come un “abile despota”, che fondò il
suo potere su solide alleanze: «Il presente lavoro prospetta uno
studio volto a tracciare un discorso organico e ragionato sugli
effetti che le guerre persiane hanno avuto in Occidente, analizzando
il diverso panorama di tale conflitto per i Greci d’occidente e per
i Greci d’oriente, nonché gli effetti indiretti di tale conflitto
sulle poleis
…
della Magna Grecia e della Sicilia». Aristotele nella Politica
(VIII,3) ci dice che la tirannide di Gelone durò 7 anni e 18 con
quella dei Dinomenidi. Così descrive questa figura il Dizionario
Corogafico (Milano 1852): «Il primo ad erigersi a Signore di
Siracusa fu Gelone di Gela, il quale dopo aver usurpata la sovranità
della propria patria con i suoi raggiri, si schiuse per le vie che
condurlo dovevano alla Signoria di Siracusa … (492 a.C.). Gelone
non perdé un istante per consolidare la sua potenza, egli si procurò
l’amicizia dei Romani, ai quali inviò doni ed ambasciatori».
Eppure, come scrive Filomena: «Il nome “tiranno”, in origine di
significato neutro, indicava un uomo che aveva occupato e teneva il
potere senza legittima autorità costituzionale (a differenza di un
re), senza implicare un giudizio sulle sue qualità come persona e
come governante. Di fatti c’era molta differenza trai singoli
tiranni: alcuni, come Pisistrato ad Atene, regnarono bene e con
benignità, misero fine alla guerra civile, contribuirono a risolvere
i problemi economici e favorirono in diversi modi le loro città. Il
potere militare incontrollato, però, era implicitamente un male. Se
non alla prima generazione, alla seconda, o alla terza i tiranni
diventavano di solito quello che la parola significa ora». E di
fatto nulla è cambiato dai tempi di Gelone. La natura umana non
cambia, cambia solo in superficie, ma non nel nocciolo. Gelone fu,
come dire, un tiranno illuminato, che fu considerato il liberatore
della Sicilia dai barbari e virtualmente divenne il padrone della
Sicilia, ma non solo, possiamo considerarlo anche come il salvatore
della civiltà occidentale che si identificava nella grecità, e poi
la Sicilia, è stata sempre un’isola centrale nel Mediterraneo, il
mare dell’antichità che accoglieva nel suo seno tutti i popoli del
mondo. Gelone era il padrone del mondo. La sua abilità fu notevole
per consolidare il suo potere, sia ponendosi come garante tra le
parti, dal punto di vista interno, e sia a livello internazionale,
proponendosi come ago della bilancia di una situazione controversa e
tragica, in cui versava la grecità, come sottolinea anche G.
Mafodda, nel suo lavoro: La
Monarchia di Gelone. Tra pragmatismo, ideologia e propaganda,
Messina 1996. Dove risiede l’importanza di questo bel libro di
Filomena Lombardo? Non solo nella rivalutazione di questo
personaggio, Gelone, rispetto anche ad altri, come Dionigi il grande,
ecc., ma anche nell’attualità di questo personaggio, il quale da
un lato anticipa la figura del Signore del ‘400 e quindi del
Principe machiavellico, ma anche la figura del sovrano illuminato del
‘700 e quella del dittatore del ‘900. Gelone rappresenta un
paradigma molto attuale, come esempio di assolutismo, o totalitarismo
illuminato, il quale – perché no? – potrebbe tornar di moda in
un’Europa che di nuovo rischia di perdere la sua identità rispetto
all’Oriente, ed anche per la crisi ed il vuoto prodotto dai regimi
democratici.
Vincenzo
Capodiferro
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