IL GIORNO PIU’ BELLO DELLA MIA VITA IO NON C’ERO di Simone Bargiotti recensito da Miriam Ballerini
© 2013 casa editrice Emil –
composizioni
ISBN 978-88-6680-087-3 pag. 110 € 12,00
L’autore ci tiene a farci sapere,
fin da subito, che questo libro non è un romanzo, ma una sua biografia. Scritto
in prima persona, è un lungo soliloquio lasciato andare un poco a briglie
sciolte.
Da subito mi ha colpito il
titolo, originale, del quale non svelerò nulla, se volete davvero sapere quale
sia questo famoso giorno, dovete leggere il libro.
Simone ci racconta i fatti della
sua vita dopo che è andato in psicoterapia, in seguito a un crollo emotivo.
Il libro è scritto in modo
diretto, a volte non risparmia giudizi crudi, in una esamina della sua vita; a
volte tralasciando il pudore di cose sue, pur di farci capire il malessere che
lo ha rapito.
Troviamo il rapporto difficile
con la madre, spesso i genitori non hanno gli strumenti adatti per adoperarsi
in quello che è il mestiere più difficile del mondo. Secondo Simone sua madre
non ha mai commesso errori in buona fede. Tutto il male che gli ha fatto era
voluto. Parla poco del padre, accenna ai fratelli, raccontando di questo “passato
che non passa”.
Con frasi breve e incisive ci
introduce nel suo mondo, dove ha imparato a sue spese qualche lezione di vita:
“Tanto la vita prima ti interroga, poi ti spiega la lezione”.
Con questo libro l’autore si è di
certo tolto molti sassolini dalle scarpe, anche se penso che lo abbia fatto in
buona fede, con l’intento di parlare di sé, di dare un senso a tutto quello che
gli è accaduto e, non ultimo, essere d’aiuto a chi possa riconoscersi nella sua
storia: “Fate quello che vi piace, ragazzi. Se avete una grande passione o
una grande predisposizione, sfruttatela”.
Un percorso, il suo, che lo porta a essere da ragazzino
insicuro, a ragazzo un poco sopra le righe, dove il sesso e le relazioni
toccata e fuga sono tutto il suo mondo; alla maturità, dove comprende che per
essere felici e completi occorrono emozioni vere.
Dove l’aver toccato il fondo
della propria anima, lo ha fatto risalire, rendendolo più forte: “Il
delirio, quindi, è una risposta sbagliata a domande giuste”.
È
un libro che fa riflettere sui rapporti famigliari e interpersonali. Su come il
nucleo famigliare possa creare o incrinare una personalità.
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