"Non solo io - La mia storia " di Umberto Tozzi recensito da Miriam Ballerini
NON
SOLO IO – LA MIA STORIA Umberto Tozzi
© 2009 Aliberti editore Pag. 109 € 15,50 ISBN 978-88-7424-475-1
Umberto Tozzi lo si conosce come musicista e cantante, in
questo libro lo troviamo come biografo di se stesso.
Leggerlo è stato una sorpresa,
perché sono venuta a conoscenza di tanti passaggi della sua vita che non
conoscevo.
Di solito non m’importa molto
cosa accade nella vita privata dei miei beniamini, e lui, di certo, lo è. Credo
che un artista ci piace, ci accompagna con la sua arte, poi, ciò che accade
nella sua quotidianità non dovrebbe riguardarci più di tanto.
Seguo Umberto da quando ero poco
meno che adolescente, per me è stato un amico che c’è sempre stato e, ancora
adesso, mi accompagna.
Ho voluto prendere il suo libro
per capire cosa pensa delle case discografiche, di qual è stato effettivamente
il suo percorso, per comprendere un poco di più come mai, alcuni suoi fan, gli
rimproverano di non essere troppo caloroso nei loro confronti.
Io l’ho sempre visto come una
persona riservata e timida e, adesso, posso dire di conoscerlo un poco di più.
Nel libro parla della sua
infanzia, della gioventù; delle tante lacrime versate. Dei successi e degli
insuccessi, non nascondendo nulla, nemmeno un carattere piuttosto permaloso.
Ci mostra il quadro dentro il
quale s’è mosso in tutti questi anni, dipingendo a grandi linee il suo vissuto.
Parla poco della sua vita
privata, a mio modesto parere facendo bene, perché la famiglia, gli affetti,
sono esclusivamente nostri e vanno protetti.
Mentre ci espone un lungo sfogo
che, probabilmente, è servito a lui per primo, proprio per scaricarlo, per
lasciarlo andare. Per guardarlo da un punto di vista che sia un poco più
distante del solo suo sentire.
Tante le persone incontrate: i
musicisti, i grandi della musica, i grandi della discografia.
Qualche curiosità e qualche
aneddoto.
Per chi ama questo artista, un
modo per saperne un poco di più.
Bellissima questa frase: “La
mia creatività è nata non solo per disturbare i miei pensieri, ma soprattutto i
vostri, perché una canzone può far sognare, ma spesso prima ti sorprende, poi
ti disturba, quindi ti fa pensare”.
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