ANGELO SENZADIO di Carmelo Musumeci recensito da Miriam Ballerini
© 2017 Carmelo Musumeci Amazon
Distribution Un progetto Acelum
ISBN 9781544016443 Pag. 173
€ 12,00
Non è un errore, il titolo è
proprio Angelo SenzaDio tutto attaccato. Perché Lorenzo, il protagonista,
è un ergastolano che ha deciso di
allontanarsi da tutti, anche da Dio, per riuscire ad essere abbastanza forte da
sopravvivere a quanto gli impone la sua pena.
Entrato in carcere per una
rapina, diventa un assassino in carcere. Legittima difesa? Anche. Quello che accade
in quelle mura non è sempre limpido, non sempre risponde alle leggi dei perché
e dei come.
Scritto come una strana fiaba, con frase brevi e serrate,
Lorenzo, a un certo punto, incontra un Angelo. Un bellissimo Angelo donna che
solo lui può sentire e vedere. Sa benissimo che è solo frutto della sua
fantasia, eppure, in alcuni momenti, quell’Angelo pare davvero esserci.
Non è certo un Angelo con tutti i
canoni! Anzi! A volte dice parolacce e arriva anche a prenderlo a pugni e a
calci!
Ma, forse, per farsi ascoltare da
un SenzaDio, il guanto di velluto non darebbe molti risultati.
Lorenzo viene trasferito nel
carcere delle scimmie, una prigione con soli 20 detenuti, i più cattivi, i più
pericolosi.
Ma qui, a quanto pare, ci sono
cattivi che lo sono più dei cattivi: le guardie, infatti, organizzano eventi
dove i detenuti devono battersi fra loro. Divisi in due squadre, li fanno
lottare come animali, non importa se qualcuno di loro muore nei combattimenti:
si sa, qualche incidente in carcere può sempre capitare.
Lorenzo, alla fine del libro,
viene ferito a morte. Gli resta il suo Angelo e l’aver compreso che non è così
cattivo come diceva di essere.
Nella prefazione, Agnese Moro,
scrive: “…Parla della possibilità di cambiare che ogni essere umano ha
dentro di sé. E di quanto sia importante non essere mai lasciati soli”.
E proprio questo comprende il protagonista, dopo aver
intrapreso un percorso di luce insieme al suo Angelo.
Carmelo Musumeci è detenuto dal
1991. Entrato in carcere con licenza elementare ne ha fatta di strada,
conseguendo ben tre lauree. Ha già scritto diversi libri, tutti ambientati in
carcere, con contributi, tra gli altri, di Erri De Luca e Margherita Hack.
Mi piace molto questa frase che
mette proprio all’inizio del libro: “Le storie vere non piacciono mai, per
questo scriverò che questa è una storia inventata”.
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