09 gennaio 2017

PIERO VIOTTO, FILOSOFO E PEDAGOGISTA a cura di Vincenzo Capodiferro


PIERO VIOTTO, FILOSOFO E PEDAGOGISTA
È morto a Varese uno dei massimi interpreti della filosofia di J. Maritain in Italia.

Piero Viotto è nato a Torino il 16 aprile del 1924, filosofo e pedagogista, massimo interprete del pensiero di Maritain in Italia. Dal 1942, dopo aver conseguito il diploma magistrale, insegna nelle scuole elementari, seguendo il metodo dell’attivismo di M. Agosti e V. Chizzolini. Molto interessante tale metodo proposto da questi pedagogisti della Cattolica, il quale fu sperimentato a Brescia dal 1925 al 1940. Veniva chiamato il metodo dei reggenti: gli alunni partecipavano a turno alla gestione della scuola. Nel 1946 si laurea a Torino in pedagogia con una tesi su Maritain, poi edita da La Scuola. Dal ’48 al ’53 collabora alla cattedra di pedagogia dell’università di Torino. Dopo la sua vita è dedita all’insegnamento di filosofia nei licei. Scrive tra l’altro una storia della filosofia in tre volumi, edita da Marietti. Dal ’76 all’’87 è chiamato da Aldo Agazzi alla Cattolica. È stato sempre attivo nell’impegno culturale ed umano. Il suo lavoro scientifico più rilevante è uno studio sulle opere di Jacques e Raissa Maritain in cinque volumi, edito da Città Nuova. Ha guidato per venti anni il liceo Manzoni di Varese. È morto il 4 gennaio 2017. Veramente l’Italia e Varese, dove viveva da anni, hanno perso un grande uomo di cultura, un grande filosofo e soprattutto un grande pedagogista, che ha dedicato la sua vita all’insegnamento, all’educazione ed alla formazione della gioventù. Era cortese, sempre gentile e con un sorriso penetrante ed attento. Fine pensatore, sensibile a tutte le esigenze della cultura moderna, ma soprattutto alle esigenze degli uomini che la rappresentano, richiamato dal mistero di Cristo, dedicò la sua vita a seguire il Maestro. Conobbe Maritain e Raissa e si innamorò di questa coppia, fortemente impegnata nello svolgimento del pensiero cristiano, in tempi difficilissimi, di duro confronto con le varie filosofie ed i vari indirizzi che li contornano. Al centro della sua riflessione, seguendo le orme del filosofo francese, vi è la persona umana, quanto di più prezioso e caro Dio avesse potuto immaginare: il capolavoro ed il culmine di tutta la creazione. Come diceva Agostino la persona umana è immagine della Trinità: in questa il Padre, il Figlio e lo Spirito esprimono in una forma suprema e superiore ad ogni comprensione umana l’Essere, l’Intendere e l’Amore: «Veda chi può quanto in queste tre cose sia inseparabile la vita, e una sola vita, e una sola mente, e una sola essenza, quanto infine sia inseparabile la distinzione e tuttavia sia una reale distinzione. Ma non pensi di aver scoperto ciò, che sopra di lui è immutabile. Quegli che è immutabilmente e che immutabilmente conosce e vuole» (Confessioni, XIII,11). Questo è anche il messaggio dell’umanesimo integrale di J. Maritain, che in Italia si innesta certamente nella grande radice dell’Umanesimo storico del ‘400.


Vincenzo Capodiferro

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