L’ARTISTA GIOVANNI IACOVINO Un pennello sconosciuto, che ha dipinto pregevoli opere nel primo Novecento
L’ARTISTA GIOVANNI IACOVINO
Un
pennello sconosciuto, che ha dipinto pregevoli opere nel primo Novecento
Giovanni
Iacovino nasce a Castelsaraceno, un minuscolo e sperduto paesello immerso nel
selvoso e montuoso entroterra lucano, nel 1891. Come tanti giovani a
quell’epoca insegue il mito dell’emigrazione e nel 1905 con il padre Giuseppe e
con i fratelli Antonio e Vincenzo salpa per un lunghissimo viaggio che li porta
a Buenos Aires. L’Argentina era diventata la Nuova Italia! Quante speranze si
erano là assiepate! Quanti italiani c’erano là! Anche oggi lo spostamento dei
popoli, come sempre, porta un sogno foriero, a volte smentito, a volte
realizzato. La vita è un grande cammino, un pellegrinaggio continuo verso una
Terra Promessa. In Argentina Giovanni scopre le sue doti artistiche ed inizia
gli studi di perfezionamento delle tecniche pittoriche e figurative. Rientra in
Italia nel 1910. Si ferma in un primo momento a Napoli, la capitale culturale
delle Due Sicilie. Qui frequenta regolarmente la Regia Accademia delle Belle
Arti. Le sue capacità non passano inosservate: infatti nel 1913 vince la
medaglia d’oro per uno studio di nudo ed anche il primo premio, consistente in
una borsa di studio, che gli permette un viaggio d’istruzione attraverso le
principali città d’Italia. Nel 1915 consegue finalmente il Diploma di Licenza
del Corso Comune del Regio Istituto delle Belle Arti, ed il Diploma di Laurea
del Corso Superiore di Pittura. Così, insieme ai suoi fratelli, che erano anche
loro tornati dall’America, apre uno studio di pittura e di fotografia,
dedicandosi soprattutto al ritratto. Sono gli anni in cui la fotografia diventa
una forma di arte. Nel 1927 l’Associazione Internazionale di Roma gli assegna
il premio per la pittura. Nel 1931 inizia la sua carriera accademica ad
Ortisei, dove insegna disegno ornato, pittura e studio del nudo fino al 1938.
Dall’autunno del 1938 al giugno del 1942 insegna disegno ornato nella Regia
Scuola d’Arte Professionale Carnica di Tolmezzo. In questi anni tiene diverse
mostre, anche a livello nazionale, a Roma, Trento, Napoli, Firenze, Bolzano,
Potenza e Fiuggi. Si trasferisce definitivamente a Firenze nel 1946, alternando
la sua attività artistica di pittore con quella di restauratore. Tra i restauri
eseguiti si ricordano quelli nel Palazzo Vecchio, riguardanti il Cortile della
Dogana, il Salone dei 500, la Sala di Leone X, il Cortile di Michelozzo, ed
altri distribuiti nell’eterna città, dal Tabernacolo di Via Pisana alla Loggia
dell’Arcagna, dalla Loggia degli Uffizzi a Santa Maria Novella. Muore a
Firenze, la città medicea, il 13 dicembre del 1963. Molte sue opere sono sparse
in varie collezioni d’arte. La Scuola Media Ciro Fontana, il Preside Prospero
Cascini e la scrittrice Teresa Armenti avevano curato una bella mostra e un
catalogo delle sue opere più importanti. Alcune sue opere bellissime le avevo
scorte nella villa di Donna Pia Calcagno a Lauria, prima di morire. Morivo
dalla commozione davanti a quelle splendide raffigurazioni! Il nipote Angelo
Iacovino è un pittore come lui e vive ad Arezzo e Castelsaraceno. Il nostro
auspicio è che questo notevole artista sia valorizzato nel migliore dei modi
dalla sua terra.
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