FORSE C’È BISOGNO DEI SOGNI Un libro interessante ed attraente di Yelice Feliz Torres a cura di Vincenzo Capodiferro
FORSE C’È BISOGNO DEI
SOGNI
Un libro interessante ed attraente di Yelice Feliz Torres
Yelice Feliz Torres è una ragazza
straordinaria. Nasce a Santo Domingo, nella Repubblica Dominicana, nel 1979.
Dopo molto tempo vissuto in Centro America, ove ha compiuto anche gli studi
universitari, è giunta in Italia, seguendo la sua famiglia. Da sempre amante
dello studio e della lettura, segue, fin dall’infanzia, un percorso di vita
alla ricerca di qualcosa che possa completare il suo essere. Il suo libro
“Forse c’è bisogno dei sogni” è stato pubblicato da Fara, a Rimini nel 2016.
Come scrive Stefano Martello, nell’introduzione: «decisamente sì. Abbiamo
bisogno dei sogni. Ne abbiamo un bisogno disperato e necessario, proprio ora,
proprio adesso, e forse è già troppo tardi nel momento in cui lo scrivo… Perché
il testo che avete tra le mani non è e non sarà mai solo un testo di narrativa;
è piuttosto un monito, elegante e sobrio… su ciò che abbiamo relegato alla vita
notturna, un po’ incoscienti e pecoroni, casomai per seguire con più attenzione
un andamento di Borsa. Illudendoci che sia possibile mettere da parte una
componente così fondamentale e così fondante per riprenderla quando più ci fa
comodo». Yelice ci propone un percorso di vita e di amore: «La vita è un fiume
in piena: a volte percorre tragitti lenti e sinuosi, a volte ardui, con cascate
che sembrano inghiottirci o soffocarci senza che possiamo fare niente, o almeno
senza sapere di poter fare qualcosa». La vita è come il Panta Rei, l’eterno fluire di Eraclito: non è possibile bagnarsi due volte nello stesso fiume, né toccare
sostanza mortale due volte. Tutto è – seguendo Bergson – “evoluzione
creatrice”. Tutto è “slancio vitale”: «Da un immenso serbatoio di vita debbono
slanciarsi, senza posa, dei getti, ciascuno dei quali, ricadendo, è un mondo».
Eppure si può essere più felici: «La felicità è una questione di attimi. È un
caffè con un’amica. È un bacio rubato. È un messaggio inaspettato. È lo sguardo
intenso di un passante. È il rispondere al telefono e udire con sorpresa la voce di chi ami…». Yelice ci invita a
sognare. La vita si muove tra realtà e immaginazione. Ma senza immaginazione
tutto è perduto. Come negli slogan del ’68 proviamo ad ardire: l’immaginazione
al potere! Quando l’uomo non sogna più è morto, è vecchio, è logoro. Una
società senza ideali è una società stagnante, altro che la società liquida! Il
motore della storia è il sogno, l’ideale. Noi abbiamo bandito le ideologie
dalla storia! L’immaginazione è creatrice, diventa realtà. Nell’età dei deboli
di mente, col pensiero debole, e della società-stagno - altro che società
liquida! - questo libro può risultare una guida per rintracciare la rotta nel
mare infinito della vita. Il Mondo, come pensa Yelice, è un grande animale
vivente ed ha una grande anima, l’Anima
Mundi. Anche il Mondo sogna. E quando
morirà risorgerà e rivivrà di nuovo, eternamente. In questo “eterno ritorno”
c’è spazio per i sogni, perché tutto riaccade sì, ma il Tutto rispetta la
nostra libertà. Il Tutto ci butta nel mare dell’esistenza, ma ci assiste
continuamente. Così la vita diventa come un’opera d’arte. L’estetismo di
Yelice, però, non è semplice edonismo, è un estetismo etico. Nell’arte, come
sosteneva Schelling, l’inconscio, che è la Natura ed il Conscio, che è lo
Spirito, si fondono.
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