GIACOMO MAZZA (1830-1901) Breve biografia di un poeta nascosto
GIACOMO MAZZA (1830-1901)
Breve biografia di un poeta
nascosto
Giacomo Mazza nasce a Como nel
1830, da Giovanni e Carolina. Figlio unico, soffre molto la mancanza di affetto
dei genitori già avanti con gli anni. L'infanzia travagliata sarà una delle
cause che lo porteranno all'isolamento dal mondo e ad una costante introspezione.
Trascorre l'infanzia a Como, la famiglia si trasferisce poi a Milano dove il
padre è maestro alla Scuola Normale. A Milano
compie gli studi superiori, in seguito frequenta il Collegio Ghislieri a
Pavia. Sempre a Pavia si laurea in Giurisprudenza, ma non eserciterà mai la
professione. In questo periodo scrive poesie di carattere mistico e religioso,
e intrattiene corrispondenza con alcuni amici, tra cui il medico milanese Ezio
Castoldi e il pittore comasco Antonio Piatti, e suo zio Carlo. In gioventù
conosce una fanciulla di cui si innamora e alla quale resterà fedele per
sempre. Pur essendo corrisposto vedrà svanire il suo sogno quando lei andrà in
sposa ad un altro, questo fatto lo segnerà per il resto della vita: infatti non
si sposerà mai. Tornato a Como, si stabilisce in Borgo Sant'Agostino, dove a
causa delle sue precarie condizioni di salute chiede l'esonero dal servizio
militare e si ritira in un isolamento che dura otto anni. Intorno al 1860
sceglie di trasferirsi a Guanzate, nella sua tenuta di Montavecchia; in questo
luogo, sperduto nelle campagne, vive lontano dal frastuono e dalla vivacità
della città, che lui mal sopporta e che acuiscono le sue ansie. Passa le sue
giornate immerso negli studi e nella lettura di autori classici e contemporanei
italiani e stranieri, ne deriva un curato lavoro di traduzione dei versi di
Béranger. A questo periodo risale la sua maggiore produzione letteraria. Scrive
a proposito degli eventi politici del tempo, seguendo con fervore gli ideali
rivoluzionari e schierandosi contro la moderazione. Elogia Garibaldi
definendolo un miracolo d'eroe, non risparmia invece aspre critiche a
personaggi come Napoleone III. Condanna senza riserve la politica teocratica
del cattolicesimo, senza però abbandonare la fede. In alcuni scritti critica
gli argomenti trattati da Victor Hugo nel suo romanzo “I Miserabili”,
pubblicato in quegli anni; a queste note risponde poi Hugo stesso con una
lettera nella quale ricorda che le piaghe sociali di cui parla sono una realtà
da cui nessun popolo può dirsi esente. Una delle sue poesie di maggior
interesse, “La pila voltiana”, è dedicata al concittadino Alessandro Volta, per
cui nutre grande ammirazione. Sempre al Volta dedica un lungo componimento mai
completato. La sua produzione poetica è caratterizzata da una straordinaria
ecletticità: tratta dei temi più vari, da quelli più astratti della giovinezza
a quelli più intensi e appassionati dell'età adulta a quelli quasi crepuscolari
della vecchiaia. Ha consapevolezza del valore delle sue opere, ma ritenendo il
proprio periodo svalutato da una gran quantità di “scrittorelli” decide di non
pubblicare alcunché, lasciando questo compito ai posteri. Vive i suoi ultimi
anni ospite dell'asilo infantile di Guanzate che lui stesso aveva finanziato.
Giacomo Mazza muore il 6 maggio 1901.
Alessandro Ronchetti
Buongiorno. Vorrei approfondire riguardo la produzione poetica e la vita di Giacomo Mazza, in particolare relativamente al suo periodo "guanzatese". Saprebbe consigliarmi qualche fonte bibliografica?
RispondiEliminabuongiorno, questo articolo è stato scritto molti anni fa e non saprei nemmeno rintracciarne l'autore. Mi spiace, ma grazie della sua visita al nostro blog.
RispondiEliminaGrazie comunque per la risposta e complimenti per il vostro lavoro.
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