L’INCUBO DELLE TASSE : IN ARRIVO IL TAX-DAY Il difficile rapporto fisco-contribuente di Antonio Laurenzano
Il difficile rapporto fisco-contribuente
di Antonio Laurenzano
In arrivo il tax-day di fine
anno. Una nuova incursione del Fisco nei bilanci di imprese e famiglie per
ripianare conti pubblici sempre più in rosso. Per il contribuente si profila un
tour de force di adempimenti e
pagamenti: acconti di imposte(IRPEF, IRES, IRAP, IVA,ecc.) e tributi
locali (IMU e TASI), a conferma di un Fisco… “pigliatutto”, il socio di
maggioranza occulto!
In un decennio in Italia la
pressione fiscale, rapporto fra gettito fiscale e PIL, è salita di quattro
punti e mezzo, dal 39 al 43,5% lo scorso anno.
Un aumento che tuttavia non è riuscito a fermare la crescita del debito, perché
nello stesso periodo la spesa pubblica, al netto degli interessi (!), è
aumentata altrettanto. Perentorio il monito della Corte dei Conti:
”Difficilmente il sistema economico
potrebbe sopportare ulteriori aumenti della pressione fiscale.” Nell’eurozona
la pressione si attesta al 40% rispetto alla quale l’Italia si colloca al
quarto posto, dopo Francia (47,6%), Belgio (47,2%) e Finlandia (44%). La
Germania (39,4%), Paesi Bassi (37,2%) e Spagna (33,7%) sono al di sotto della
media europea. Ancora più basso il prelievo in Slovacchia e Irlanda
(30,2%).
Su questo scenario continuano le
acrobazie finanziarie di imprese e famiglie alle prese con bilanci difficili da
chiudere. E al di là dell’ottimismo di Palazzo Chigi, la ripresa economica sarà
lenta con previsioni di crescita che se dovessero rivelarsi errate causerebbero
l’intervento della Commissione europea che ha messo “sotto osservazione” fino
ad aprile l’Italia e la sua Legge di stabilità 2016, costruita largamente in
deficit (2,3% del PIL).
Una ripresa economica peraltro resa
ancor più difficile da un sistema fiscale poco orientato alla crescita, che non
premia chi investe e chi scommette sull’innovazione e sulla ricerca.
Da anni si opera in presenza di
una frantumazione della legislazione tributaria, di un proliferare della
normativa che è causa non solo di uno scadimento qualitativo della legislazione
ma anche della potenziale ignoranza della legge, con grave pregiudizio di ogni
principio di diritto. Ciò di cui abbiamo bisogno è un fisco semplificato che,
oltre a ridurne il più possibile il peso, sostenga la crescita, un fisco equo
che renda il più difficile possibile l’evasione e l’elusione. Si richiede una
radicale trasformazione del rapporto fra fisco e contribuente per stabilire un
clima di reciproca fiducia. Ezio Vanoni, storico Ministro delle Finanze degli
Anni Cinquanta, insisteva su tale aspetto etico sottolineando come ogni riforma
legislativa e amministrativa rischia di avere scarso effetto qualora i
cittadini non siano convinti della necessità e dell’equità dell’imposizione.
Conciliare dunque gettito
tributario e capacità contributiva del contribuente sarebbe una scelta di
civiltà giuridica. Emblematico il dibattito
politico sullo spinoso tema legato alla tassazione degli immobili, abitativi e
strumentali, “un cantiere senza progetto”. La tassazione sul mattone appassiona e
divide politici e tecnici, coinvolgendo milioni di contribuenti. Tanti i
problemi sul tappeto: cosa tassare, aliquote, deduzioni e detrazioni, modalità di pagamento, fiscalità locale, riforma catastale,
contenzioso tributario. Secondo Confedilizia l’Italia è il Paese con la
maggiore tassazione sugli immobili, con un prelievo fiscale pari al 2,2% del
PIL, rispetto a una media OCSE dell’1,27%. Di tutta evidenza la necessità di
rimettere ordine nel caos normativo creato in questi anni caratterizzati da
innumerevoli interventi e modifiche legislative. Il vasto comparto
dell’edilizia, con il relativo mercato immobiliare, paga le conseguenze di
scelte non fatte, o fatte inseguendo facili logiche di cassa, prive di ogni
utilità socio-economica per la collettività. Non è questa la strada per
l’affermazione dei principi di civiltà giuridica con cui uno Stato moderno deve
relazionarsi con i propri cittadini.
Significativa a riguardo una
dichiarazione di Enrico De Mita, ordinario di Diritto Tributario alla Cattolica
di Milano: ”Una vera democrazia si regge su un fisco equo: fiscalismo ed
evasione sono due vizi che si sorreggono a vicenda nell’ambito di un problema
di cultura che tocca il rapporto difficile fra cittadini e Autorità di
Governo”. Un invito implicito alla chiarezza amministrativa e alla trasparenza
politica.
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