INCOGNITE E RISCHI DELLA LEGGE DI STABILITA’ L’allarme degli Enti locali – La “bocciatura” della Corte dei Conti di Antonio Laurenzano
INCOGNITE E RISCHI DELLA LEGGE DI
STABILITA’
L’allarme degli Enti locali – La “bocciatura”
della Corte dei Conti
di Antonio
Laurenzano
Riflettori
accesi sulla Legge di stabilità. Una manovra da 27 miliardi che rappresenta la
sfida di crescita della nostra economia lungo la strada difficile del
cambiamento intrapresa dal Premier Renzi. Nel rispetto dei vincoli europei e in
un contesto internazionale che presenta
non pochi elementi di incertezza, è una
manovra dichiaratamente espansiva, a
partire dalla riduzione del carico fiscale. Obiettivo prioritario è la spinta
alla domanda interna: consumi delle famiglie e investimenti delle imprese, strategico
per uno sviluppo sostenibile.
Ma
non poche sono le incognite della manovra costruita largamente in deficit
grazie alla maggiore flessibilità europea “accertata” per la prolungata fase
recessiva: oltre 14 miliardi e mezzo, estensibili a circa 17 nel caso venisse
accordata dalla Commissione la clausola emergenza-migranti, quale
riconoscimento delle spese sostenute per i flussi migratori del Mediterraneo.
Risorse che anticiperebbero al 2016 il taglio dell’IRES (l’imposta delle società) dal 27,5 al 24%.
Al
di là dei toni duri di Renzi, la trattativa con Bruxelles si presenta non
facile anche per i tagli poco coraggiosi effettuati nella spesa pubblica. Ogni
clausola di flessibilità è legata infatti a un reale consolidamento dei conti
pubblici. Ovvero, meno deficit, più tagli!
Deludente
la spending review: quantificata dal Def di aprile in 10 miliardi, rivista al
ribasso in settembre, ne varrà alla fine meno di 6 miliardi. E’
l’ulteriore conferma che razionalizzare
e riqualificare la spesa pubblica nel Belpaese è impresa ardua, se non
impossibile, anche per i … rottamatori! La finanza allegra è dura da azzerare.
Le dichiarazioni d’intento di tagli strutturali non sempre si coniugano con la reale volontà politica espressa in
Parlamento. Continua così a slittare il pareggio di bilancio, e
conseguentemente la riduzione del debito giunto a quota 132% del Pil! I conti pubblici dissestati costituiscono il
limite strutturale della nostra economia, il problema di sempre. Un problema
che va affrontato con determinazione soprattutto in una fase di crescita per
evitare politiche fiscali drastiche e per uscire finalmente dalle insidie dei
mercati internazionali, attraverso un quadro economico stabile e forte.
Per
l’alto debito pubblico resteremo ancora per lungo tempo sotto stretta
sorveglianza della Commissione europea: le regole comunitarie impongono dal
2016 ai paesi, come l’Italia, con un consolidato superiore al 130%
del Pil (i parametri di Maastricht prescrivevano il 60%!) di ridurre il debito
di un ventesimo all’anno su tre anni. Se non si cresce, ci attendono anni
difficili.
Sarebbe
stato dunque meno aleatorio finanziare la riduzione del prelievo fiscale e
contributivo con tagli selettivi alla spesa senza rinviare al futuro nuovo
deficit. L’ampliamento del disavanzo non avviene per finanziare provvedimenti
per la crescita nel lungo periodo, bensì per tagliare, fra l’altro, IMU e TASI.
La Legge di stabilità risolve problemi politici (consensi elettorali), non quelli economici, con vivo disappunto degli enti
locali. Forte l’allarme del Presidente della Conferenza delle Regioni
Chiamparino: “Nodi irrisolti, sistema Regioni a rischio, in dubbio i servizi fondamentali”. Bocciatura anche
dalla Corte dei Conti: “La Legge di stabilità, usando al massimo gli spazi di
flessibilità in deficit, riduce esplicitamente i margini di protezione dei
conti pubblici”.
Un
taglio del “cuneo fiscale” , la riduzione cioè della pressione fiscale sul
lavoro e sull’impresa, sarebbe stato più funzionale al rilancio della ripresa
economica a vantaggio della competitività del made in Italy dopo gli anni bui
della crisi e della recessione. Ma …. “così è, se vi pare”!
(www.antoniolaurenzano.it)
Commenti
Posta un commento
I commenti sono moderati e controllati quotidianamente.
Tutte le opinioni sono benvenute. E' gradita la pacatezza.