I MURI DELL’ EUROPA Dopo il Muro di Berlino “demolire” le divisioni socio-economiche dell’Unione europea di Antonio Laurenzano
Dopo il Muro di
Berlino “demolire” le divisioni socio-economiche dell’Unione europea
di Antonio Laurenzano
Quando una data segna la storia! 9 novembre 1989: dopo
oltre 28 anni cade il Muro di Berlino che dal 13 agosto 1961 aveva di fatto
tagliato in due non solo una città, ma un
Paese, un Continente. E’ stato il simbolo della divisione del mondo in
due blocchi politici e militari contrapposti: quello americano della Nato e
quello sovietico del Patto di Varsavia.
Per l’opinione pubblica mondiale fu uno shock,
accettato colpevolmente dalle cancellerie occidentali per “salvaguardare la
stabilità dei due blocchi in Europa”. Solo dopo, quando le conseguenze inumane
della brutale divisione della Germania diventarono sempre più evidenti nella
loro drammaticità, si registrarono le prime reazioni. Famosa è rimasta la
visita a Berlino del Presidente americano Kennedy durante la quale pronunciò in
lingua tedesca, davanti a migliaia di cittadini berlinesi, la storica frase:
“Ich bin ein Berlinen”, “Anche io sono un abitante di Berlino”.
Drammatico è stato il contributo di sangue a questa
follia: centinaia i cittadini dell’Est in fuga verso la libertà uccisi dal
fuoco dei soldati di frontiera della Germania comunista, lungo i 112 Km della
“striscia della morte”, di cui 43 erano quelli separavano la Berlino Est della
Rdt dalla Berlino Ovest. Altri annegarono nelle fredde acque del fiume Sprea
che tagliava gli sbarramenti.
Soltanto il 9 novembre 1989, in pieno clima di
perestrojka propiziata da Michail Gorbaciov,
il
muro si sgretolava sotto l’assalto di migliaia di persone, a picconate veniva demolito
l’odiato regime comunista. Con la caduta del Muro venne restituita la libertà e
la dignità a milioni di persone. Le nazioni del blocco comunista tornarono alla
democrazia! Era la “rivoluzione di velluto” preludio della riunificazione tedesca del 3
ottobre 1990. Un’operazione fortemente osteggiata dall’allora primo ministro britannico
Margaret Thatcher e, inizialmente, dal presidente francese Mitterand per i
quali le ombre del passato non erano ancora fugate. Una Germania unita, un
“gigante egemone” al centro dell’Europa faceva nuovamente paura! Prevalse la
realpolitik: diffidenze e timori si dissolsero dinanzi al disegno della moneta
unica in corso d’opera.
Ma “da che parte è caduto il Muro?” si è chiesto il
quotidiano tedesco Der Spiegel. La Germania economicamente è ancora divisa. Il
processo di ripresa economica dell’est è molto lento. Netto il divario tra
gettiti fiscali (937 euro pro capite a est, il doppio a ovest) e tasso di
disoccupazione: 103% nel 2013 a est contro il 6% dell’ovest! Il Pil pro capite
nella ex Rdt è fermo da anni al 66% del livello della parte occidentale.
Pur fra evidenti contrasti, la Germania ha celebrato i 25 anni dalla caduta del Muro.
Grande festeggiamenti a Berlino ai piedi della Porta di Brandeburgo. Ottomila
ballons sulle tracce dello “steccato” per rievocare una pagina di storia che
cambiò profondamente l’Europa e gli equilibri mondiali. Ma dopo quello di
Berlino devono ora cadere i Muri dell’Europa! I muri delle divisioni economiche
e sociali all’interno dell’Ue. L’unificazione della Germania ha portato tante
opportunità, ha rimosso tanti ostacoli sulla strada del superamento dei blocchi
politici del Vecchio Continente, ma ha anche aperto la strada, sul piano
finanziario, all’ egemonia tedesca. La moneta unica fa favorito l’economia più
grande ed efficiente. Quella di uno Stato che sulle ceneri del suo dramma ha
costruito con determinazione il suo riscatto storico, ma che con il suo
pragmatismo sembra aver smarrito il principio
fondante della comune casa europea: la solidarietà, per un comune equilibrato
sviluppo. Spetta alla Germania del futuro, nel ricordo del suo passato, contribuire
a demolire in Europa i muri costruiti dai guasti della integrazione monetaria
nella prospettiva di costruire un’Europa unita, fattore di stabilità e di
crescita nel mondo.
Articolo che condivido con la speranza che la solidarietà prevalga sull'egoismo.
RispondiEliminaComplimenti all'autore.
Articolo che condivido con la speranza che la solidarietà prevalga sull'egoismo.
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