L'assassino dei sogni di Carmelo Musumeci e Giuseppe Ferraro
© 2014 Stampa Alternativa – Nuovi
Equilibri
ISBN 978-88-6222-417-8 Pag.
63 € 1,00
Questo libricino in formato
economico, a prima vista, può sembrare un qualcosa di scarno, ma se si va al di
là dell’apparenza, scopriamo al suo interno pagine ricche di umanità.
Lo possiamo paragonare proprio al
protagonista, Carmelo Musumeci, promotore della raccolta firme contro
l’ergastolo ostativo; col quale anche la sottoscritta collabora da anni.
Musumeci è un detenuto, uno di
quelli col “fine pena mai”. In carcere da più di venti anni sta portando avanti
la sua battaglia che lo ha portato da “delinquente” a una persona che si è
laureata, è cresciuta ed è cambiata. Una persona messa al margine, proprio come
potrebbe apparire questo libretto, così discreto, che passa quasi inosservato.
Eppure, se lo si legge con attenzione, scopriamo quanto possa donare.
Giuseppe Ferraro è un docente di
filosofia della morale alla Federico II di Napoli.
In questo libro troviamo le
lettere che nel tempo si sono scambiati l’ergastolano e il filosofo; lettere
personali, ma che qui trovano una ragione d’essere proprio per quello che hanno
da insegnare al prossimo: l’umanità, la riflessione, la capacità di trovare una
ragione di vita anche laddove pare non ci debba più essere via d’uscita.
Sono molti i temi toccati: oltre
la reclusione in sé, le gabbie che tutti noi racchiudono. Il suicidio, il senso
della vita, le giornate vissute nel carcere da una parte e tramutate in senso
sociale dal filosofo.
Perché anche un ergastolano è una
persona che ha desideri e speranze, anche se pare non ne abbia più diritto.
Ci sono pagine di denuncia, di
fatti che noi troviamo a latere nelle
pagine di cronaca, ma che, per chi le vive quotidianamente, fanno parte della
propria giornata.
La società ha un dovere
fondamentale, ed è quello del recupero. Non basta acciuffare il colpevole,
toglierlo dalla società e lasciarlo a sopravvivere laddove non possa più
nuocere, senza fargli comprendere il suo errore, senza redimerlo. Senza dargli
una speranza di cambiamento e di propositi.
Troppo spesso la gente dimentica
che dietro all’errore c’è un essere umano, troppo facile è eluderlo così da
fingere che non esistano anche gli sbagli, di sicuro alcuni atroci; ma che
comunque fanno parte del nostro essere uomo.
La frase che più mi ha colpito e
che condivido appieno è questa: “La pena deve essere un diritto, non una
condanna, non una punizione”.
Un libro che consiglio vivamente
di leggere, perché è stupido fingere che non esistano determinati problemi; ciò
che rende grande ogni uomo è la sua capacità di riflettere, di capire, di
seguire un percorso che lo porti anche a confronto con problemi che crede
lontani da lui.
La prefazione è stata curata da
Francesca de Carolis che dice: “Il professore e l’ergastolano, dunque. Che
non è, come si può immaginare, un colloquio fra maestro e discepolo o, chissà,
fra consolante e afflitto. Si tratta piuttosto di un confronto, continuo,
serrato, con la vita”.
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