I giovani e la crisi di Massimiliano Caggiano
I GIOVANI E LA CRISI
La
voce dei protagonisti del futuro inesistente
“Si
deve avere – dice la nonna – un pezzo di carta in mano”,
riferendosi ad una laurea, un diploma, un qualcosa che attesti le
nostre conoscenze. Nell’epoca della laurea per tutti,
dell’ignoranza ed il bigottismo incombenti, si parla ancora solo di
conoscenze meramente contenutistiche e prettamente “scolastiche”,
tralasciando il fondamentale saper applicare; nell’epoca dei Post
su Facebook sulla crisi dal proprio iPhone 5s e del falso dotto al
Governo, si ha ancora lo spudorato coraggio di demonizzare il
laicismo dello Stato, la legalizzazione della prostituzione e delle
droghe leggere. Ecco i laureati con centodieci e lode, con tanto di
bacio accademico, perennemente disoccupati, mantenuti a vita, senza
il coraggio di declassarsi, o elevarsi, secondo i punti di vista, e
lavorare presso un azienda che non richiede la propria
specializzazione, un cancro con metastasi della società. Se da un
lato è vero che la crisi è stata studiata a tavolino, dall’altro
è pur vero che i media, tramite tecniche di Programmazione Neuro
Linguistica sono riusciti a far passare l’idea di un’assenza di
futuro. Futuro che continua ad essere rivendicato purtroppo senza
azioni concrete. L’emblema dell’assenza di lavoro,
dell’impossibilità della realizzazione dei propri sogni, si
concretizza in tre tipologie di giovani. 1) Coloro che credono di
poter lavorare grazie alla propria laurea o diploma accettando di
attendere qualche anno in più; 2) Quelli che credono di poter
trovare lavoro sia con sia senza la propria laurea, semplicemente
cercandolo; 3) Chi è convinto di non poter costruire un futuro in
alcuna maniera. Il grande problema è che tutti hanno ragione è che
tutti non hanno ragione. La motivazione di ciò è da ricercarsi nei
meccanismi della nostra mente che possono essere modificati con il
minimo sforzo, usando solo le giuste parole. Terminato il nostro
ciclo di studi, bisogna saper cogliere le occasioni. La realizzazione
del proprio progetto di vita è rischio, richiede sacrifici. È
impensabile diventare il CEO di una grande azienda, un grande artista
o realizzare un qualunque sogno senza sacrifici. Per tale motivo
tutte e tre le tipologie di carattere e di convinzione trovano
conferma nella realtà: chi è pessimistico non si applica e non
realizza i propri sogni, chi è moderato trova un lavoro che talvolta
si confà alle proprie abitudini talaltra meno, chi è determinato ed
ottimista realizza i propri sogni. La nostra mente adatta la realtà
ai nostri meccanismi mentali proprio come le maschere dell’Io
Pirandelliano ove tuttavia le maschere non sono indossate da noi, ma
dalla realtà, idealizzata secondo i nostri schemi. Insomma, nell’era
del “tutti contro il sistema” con demagogismi e populismi non
coadiuvati da azioni concrete, la realizzazione del sogno della vita
è proporzionale al proprio impegno. La disoccupazione giovanile è
direttamente proporzionale al complottismo e la rassegnazione con cui
osserviamo perché “Solo chi è così folle da pensare di poter
cambiare il mondo, lo cambia veramente” (Steve Jobs). Non esistono
crisi e sconvolgimenti più potenti di quelli mentali.
Massimiliano
Caggiano
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