26 agosto 2013

Recensione di CELL di Stephen King


 
CELL                    di Stephen King


© 2006 Sperling & Kupfer Editori S.p.A.

ISBN 88-200-4064-6  86-I-06

pag. 503 / 18,00 €

 

Leggendo le prime pagine di Cell torna alla memoria, per chi conosce gli altri romanzi di King, il progetto catastrofico contenuto in L’ombra dello scorpione. Lì  è una super influenza a colpire e distruggere l’umanità; in questo nuovo lavoro, invece, l’effetto esiziale colpisce tutti quelli che al momento di uno strano impulso, avevano il cellulare vicino all’orecchio.
King non è riuscito a replicare la meravigliosa opera creata in L’ombra dello scorpione, ma ci sono libri che è giusto rimangano dei capolavori.
Cell  descrive cosa potrebbe accadere al cervello delle persone colpite dallo strano fenomeno: immediatamente impazziscono, uccidono, diventano violenti. E anche King, in alcune pagine, lo troviamo più incattivito nelle immagini che crea con la sua scrittura.
Protagonista è Clay, un fumettista che ha firmato il suo primo contratto di lavoro, destinato a rimanere un foglio inutile.
L’essere umano è da sempre un animale sociale è perciò inevitabile che i “cellulati”, cioè quelli colpiti dall’impulso, si uniscano in un gruppo e, i normali, in un altro.
Clay attraversa il paese con un gruppo di amici conosciuti strada facendo, con il solo scopo di ritrovare il figlioletto; con la speranza che non gli sia accaduto niente di male.
Quando ci viene tolto tutto, ecco che le priorità tornano a galla e questo King ci insegna, usando bene l’orrore che può nascere intorno a noi.
La fine ci lascia un po’ rammaricati, perché non c’è. Le domande che ci siamo posti per tutto il percorso del libro, descritto abilmente e in modo accattivante, rimangono senza risposta.
Anche nel suo lavoro  precedente Colorado Kid, King ci sorprende con questa sua nuova via di comunicazione intrapresa. Forse sperimentando una sorta di spazio maggiore lasciato alla fantasia del lettore.
Un libro che, comunque, è attuale e ripropone i dubbi che da sempre girano intorno all’uso buono o cattivo delle innovazioni create dalla mano dell’uomo.

 

© Miriam Ballerini

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