"Dalle ferite al perdono": con Agnese Moro alla Pieve di Romena
Dal sito della Fraternità di Romena riportiamo il resoconto
della bellissima giornata alla Pieve di Romena, di domenica 22 Aprile 2012.
Ha raccontato di suo
padre, dei giorni bui del rapimento e dell’uccisione, del macigno calato nella
sua vita dopo la sua morte. Ma ha anche trasmesso la voglia di andare oltre il
rancore, la voglia di vendetta, il bisogno cristiano di “amare i nemici” testimoniato
dall’incontro, avvenuto un anno fa, con Franco Bonisoli, uno dei rapitori di
suo padre. E’ cominciato con un toccante faccia a faccia con Agnese Moro,
terzogenita del grande statista ucciso dalle Br, l’incontro “Dalle ferite al
perdono” organizzato dalla Fraternità di Romena insieme alla associazione
comunità Papa Giovanni XXIII. La testimonianza di Agnese ha permesso di toccare
in profondità parole delicate come verità, giustizia, riconciliazione e di
approdare così al cuore dell’incontro: e cioè a far conoscere la storia di
Carmelo Musumeci, un uomo condannato all’ergastolo ostativo, cioè a una forma
di pena che non prevede alcun regime di attenuazione. Condannato al “fine pena
mai” nei primi anni Novanta per fatti di sangue legati alla sua partecipazione
a organizzazioni malavitose, Carmelo ha compiuto un percorso di profondo
cambiamento in carcere, accompagnato in questo cammino dall’Associazione
comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da don Oreste Benzi.
Nel corso
dell’incontro, Agnese insieme a due volontari dell’associazione Papa Giovanni
XXIII, Nadia Bizzotto e Giuseppe Angelini, che da anni sono vicini agli
ergastolani del carcere di Spoleto ha presentato il libro “Undici ore di un
uomo ombra”, in cui Carmelo racconta le uniche undici ore di libertà che gli
sono state concesse dal 1991, quando ha cominciato a scontare la sua condanna,
a oggi, per discutere la sua tesi di laurea in giurisprudenza. Su quella
giornata il bellissimo servizio della trasmissione Rai che puoi
rivedere qui
.
“Dobbiamo
ricominciare a credere che gli uomini possono cambiare, non sempre succede, ma
può accadere” ha detto Agnese in un messaggio profondo e semplice, e
sempre in sintonia con la testimonianza di suo padre, che era contrario
all’ergastolo, considerato una pena “crudele e disumana”. Il grazie da parte di
Carmelo è arrivato attraverso la figlia Barbara che a fine incontro ha trasmesso
la sua emozione e anche i sentimenti di amore verso un padre che, anche dal
carcere è riuscito a trasmetterle valori positivi.
L’incontro ( lo potete
ascoltare sul nostro podcast
) si è concluso con un toccante
pensiero di chi lo ha ispirato: suor Maria Grazia, una monaca di clausura (vive
nel monastero delle domenicane a Pratovecchio) che da anni è in corrispondenza
epistolare con Carmelo. Ed è stata proprio la lettura di una lettera scritta da
Carmelo a Maria Grazia in questi giorni a concludere l’incontro.
Il testo della "Lettera aperta a Sr Grazia" di Carmelo Musumeci si trova QUI.
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