Nota enciclopedica : vita e opere di Ovidio

Nei primissimi anni del nuovo millennio raggiunge il culmine della fama con la sua opus magnum "Le metamorfosi", poema sulla leggenda del mondo; poi venne la tragedia che lo vide forse testimone scomodo di uno scandalo di corte coinvolgente le due Giulie, figlia e nipote di Augusto. Con la sola accusa di aver composto l' "Ars amatoria" (un'opera certamente lasciva, ma non ultima nella sua produzione), Ovidio nell'anno 8 d.C. viene esiliato in quello che allora era l'Estremo oriente, Tomi (corrispondende all'odierna Costanza, città rumena sul Mar Nero). Qui il poeta trascorre gli ultimi anni della sua vita, in mezzo a gente che non gradisce e componendo alcune opere minori dalle quali traspare la sua amarezza ed il rimpianto per Roma. A Tomi Ovidio muore nel 17 d.C., mentre i suoi versi ed i miti da lui raccontati hanno continuato a vivere nell'arte e nella letteratura occidentale degli ultimi due millenni. Fabia, l'ultima delle sue tre mogli, gli sarà fedele anche nell'esilio.
Tra le opere che hanno caratterizzato il percorso dell'autore vanno ricordate: gli Amores, scritto giovanile che canta l'amata Corinna; le Heroides, lettere di eroine abbandonate; Medea, la sua tragedia andata perduta, ed il Medicamina formae feminae, un compendio di cosmetica femminile. Il ciclo si chiude con i Remedia amoris, i rimedi d'amore. Incompleti sono invece rimasti, per via della condanna, i Fasti.
All'ultimo tratto della parabola ovidiana, quella dell'esilio rumeno, appartengono invece i Tristia, le Epistulae ex Ponto e poco altro.
Tra le opere che hanno caratterizzato il percorso dell'autore vanno ricordate: gli Amores, scritto giovanile che canta l'amata Corinna; le Heroides, lettere di eroine abbandonate; Medea, la sua tragedia andata perduta, ed il Medicamina formae feminae, un compendio di cosmetica femminile. Il ciclo si chiude con i Remedia amoris, i rimedi d'amore. Incompleti sono invece rimasti, per via della condanna, i Fasti.
All'ultimo tratto della parabola ovidiana, quella dell'esilio rumeno, appartengono invece i Tristia, le Epistulae ex Ponto e poco altro.
Autore: A. di Biase
Fonte iconografica: www.spaziovidio.it
Fonte dei contenuti: 1) Nota biografica a "Le metamorfosi", Ovidio, BUR 2010 . 2) La voce "Publio Ovidio Nasone" in Enciclopedia Universale (Ediz. Sole 24 Ore), vol. XVII, 2006.
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