ISBN 88-200-2363-6
Pag. 608 € 17,50
Inoltre ci sono alcune frasi un po’ troppo banali, che non sono da King!
Mentre, il personaggio più azzeccato, il più attraente, quello che più sorprende è senz’altro la figura di Johnny Marinville, lo scrittore. Così spregiudicato, senza peli sulla lingua, a volte così odioso da non potere che essere amato!
Un libro comunque potabile, e, laddove le pecche possano un tantino infastidire, subito dopo le si dimentica per qualche svolta imprevista.
I libri di King non possono mai definirsi datati, anche
quando sono stati scritti tanti anni fa, perché sempre, incredibilmente, capaci
di adattarsi all’anno che stiamo vivendo.
Da grande appassionata della scrittura di King, ritengo,
però, che questo non sia uno dei libri meglio riusciti.
Ma partiamo dalla storia: Desperation, Nevada. Per
raggiungere questa cittadina c’è una strada lunga e desolata che passa
attraverso un paesaggio desertico.
Bellissima l’idea di fare giungere ogni personaggio da
quella strada e di presentarcelo uno a uno, mentre percorre la via verso
l’inferno, anche se ancora non lo sa.
Presso la cittadina è stata riaperta una miniera e Tak, un
diabolico essere emerso dalla terra, si impossessa del corpo delle persone,
usandole per muoversi, per poi gettarle come fazzoletti usati quando queste si
consumano disfacendosi.
Tutti i cittadini di Desperation sono stati uccisi, tranne
due.
Tutti i protagonisti della vicenda, abbordati sulla strada
da Collie Entragian, un poliziotto, in realtà il corpo del poliziotto indossato
da Tak; vengono catturati e portati nella prigione cittadina per essere usati
come ricambi.
Riusciranno a fuggire e a combattere contro questa entità;
sconfinando ancora una volta nella lotta del bene contro il male.
Come sempre King è geniale nella psicologia dei
protagonisti, nel narrarci le loro differenze; nell’esporci i luoghi,
disegnandoceli con abili tratti tanto che riusciamo perfettamente a
immaginarli.
Le pecche di cui parlavo sono, invece, l’inutile lunghezza
della narrazione, questo libro sarebbe potuto benissimo finire prima e con più
efficacia.
Noioso, oltremodo bigotto il comportamento del bambino protagonista.
Quasi fastidioso nella sua matura ricerca di Dio.
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