22 marzo 2009

Geografia: i geografi

  Con il temine 'geografia' si intende, in base alla etimologia greca, la descrizione della Terra. Quindi, secondo Frémont, non esiste una geografia senza geografi, senza persone che hanno una certa percezione dello spazio occupato da sé e dagli altri: egli sostiene inoltre questa percezione essere molto antica, addirittura precendente al Neolitico, poiché l'uomo non si è mai mosso a caso sulla superficie terrestre, dimostrando di avere da sempre un sentore geografico del territorio, sebbene primitivo.
Tra gli autori appartenenti a quello che potrebbe essere definito l'Olimpo dei geografi dobbiamo certamente citare diversi greci. Erodoto (V sec. a.C.) viaggia parecchio ed ammanta i suoi racconti di storia e mitologia. Eratostene (III a.C.) calcola la misura della circonferenza terrestre. Strabone (I sec.) scrive una Geografia in diciassette volumi. Più degli altri varrà però il nome di Claudio Tolomeo; grande cartografo, astronomo e matematico, lascerà associata al suo nome una visione del mondo che resisterà intatta fino a Copernico.
Dopo i Greci ci sono gli Arabi che con Idrisi, scienziato alla corte siciliana di Ruggero II, riescono a mettere a punto una mappa dell'occidente piuttosto accurata per il tempo, dall'Africa settentrionale fino alla Norvegia ed alla Polonia.
In Cina non c'è molto, nonostante la presenza di un imperatore geografo, Yu il Grande, che fece misurare le dimensioni della terra, considerata quadrata in contrapposizione ad un cielo circolare.
Con le scoperte geografiche del XV secolo prende poi grande vigore la scienza cartografica ed a Parigi nasce nel 1821, con finalità essenzialmente lucrative e speculative, la prima società geografica.
La geografia moderna nasce invece forse con Alexandre von Humboldt, il quale sarà protagonista di un grande viaggio di 10000 km in America del Sud, annotando, descrivendo e misurando tutto ciò che gli fu possibile.
Dopo la diffusione delle idee darwiniane infine, nascerà nell'Ottocento una marcata contrapposizione ideologica tra la scuola tedesca di Ritter e più in particolare di Ratzel (determinismo ambientale) nei confronti di quella francese il cui principale esponente fu Paul Vidal de La Blache, sostenitore di tesi storicamente dette possibiliste, perché fondate su un modello scientifico basato su fattori geografici, tra i quali viene annoverata anche l'influenza umana sull'ambiente, in contrapposizione alla pur riconosciuta e nota influenza dell'ambiente sull'uomo.
Frémont si diletta anche in una breve classificazione dei geografi moderni in quattro categorie:
- il viaggiatore, che si sposta da una conferenza ad un'atra in giro per il mondo;
- il cartografo ingegnere, molto informale, semplice e pragmatico, che sa ben vendere il proprio mestiere.
- il geografo dei numeri, esperto di geografia quantitativa e fortemente votato all'elaborazione numerica dei sistemi geografici.
- il geografo sporco di fango: quello della scuola francese di René Musset, di origine modesta, spesso contadina, è una tipologia di studioso al quale piace vedere di persona e toccare con mano.
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Fonte: Armand Frémont - "Ti piace la Geografia?" - Carocci Editore
Fonte iconografica: Google

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