08 settembre 2008

Recensione: "La libertà interiore" di Marco Aurelio

'I classici' di A. di Biase
Marco Aurelio
"La libertà interiore"
Oscar Mondadori

Pag. 118
Euro 7,00


Scelto una mattina d'agosto alla Libreria di Corso Buenos Aires a Milano, dove c'era anche lo sconto del 30% sugli acquisti, mi sono ritrovato in mano un libretto denso denso, quando ancora non sapevo il volume essere stato curato da uno dei più importanti uomini di cultura varesini, Silvio Raffo. Più di tutto ero stato attratto, non so perché, dall'immagine di copertina, che non ha tradito.

Marco Aurelio (II secolo d.C.), uno dei pochi uomini della storia a saper davvero congiungere la vita del filosofo a quella di principe di uno dei più grandi imperi di tutti i tempi, ci ha lasciato - sono d'accordo con Raffo - quello che può essere considerato un modello per tutta la letteratura diaristico-aforistica successiva.

Culturalmente figlio di uno stoico e di un grande retore dei suoi tempi, Marco Aurelio incanta per la serenità del pensiero e non a caso il volumetto, ricchissimo di spunti per la riflessione, è inserito nella collana "Saggezze" di Oscar Mondadori.
Che cosa è la filosofia? si chiede Marco Aurelio se non serbare intatto il proprio demone interiore, trionfante sui piaceri e sui dolori? Che cosa è mai la vita se non un eterno presente?

Il filosofo romano insiste inoltre sulla necessità di essere consapevoli del continuo fluire della natura, di vivere sereni ed in armonia con essa senza temerne i mutamenti, poiché non vi è mai niente di sconvolgente in ciò che è naturale. "Adattati alla sorte che ti è toccata - ci dice - e ama gli uomini tra cui ti è toccato vivere, ma amali veramente.
Essere buoni? Sì, sembra indicare l'autore latino, ma senza troppi condizionamenti moralistici: "Non discutere più di come debba essere l'uomo per bene, ma siilo".

Addirittura scintillante è l'associazione, promossa dallo stesso Silvo Raffo nell'introduzione, tra il pensiero aureliano che ci invita a scavare dentro di noi - perché lì è la fonte del bene che può zampillare inesauribile - e la più tarda, più famosa, ma non meno significativa massima agostiniana: "Redi in te ipsum, in interiore homine habitat veritas".

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Rev: 15-05-2013

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