30 agosto 2018

TRASFORMAZIONE di Giovanni Margarone


TRASFORMAZIONE

In questa nostra epoca, l’uomo sta attraversando una fase di trasformazione di lungo periodo che lo sta condizionando. Ma non è la prima.
Nel XX secolo, per esempio, fasi importanti, nonché estremamente tragiche e devastanti, sono state le due guerre mondiali e le vicende sociali correlate. La prima guerra mondiale ha provocato la dissoluzione degli imperi centrali europei e ha favorito l’affermarsi di dittature (cfr. Italia, la vittoria mutilata con l’affermazione, dal 1920, del movimento fascista. Germania, il terzo Reich di Adolf Hitler a seguito della grave crisi economica tedesca. Spagna, la dittatura di Francisco Franco).
L'ultimo conflitto, la cui fine dista da noi ormai più di 70 anni, ha influito profondamente riguardo allo sviluppo della società contemporanea creando nuovi equilibri mondiali sorti sulle ceneri dei precedenti assetti geopolitici ulteriormente modificati poi con la dissoluzione dei regimi comunisti (cfr. 1989 caduta del muro di Berlino e sue conseguenze) e la relativa modifica degli equilibri mondiali tra le due superpotenze (U.S.A. ed ex URSS). Cito inoltre la dissoluzione della ex-Jugoslavia, che merita un articolo di approfondimento dedicato, sfociata nelle atroci guerre balcaniche degli anni ’90.
L’uomo di oggi appare confuso e disorientato e sembrerebbe non comprende il vero senso storico degli avvenimenti di qualsiasi tipo e portata, pur essendo protagonista, tuttavia, di una storia umana da sempre afflitta da problemi esistenziali.
Riguardo al tema guerre, in una fase storica dove gran parte del mondo vive in pace da più di settant'anni, un’altra parte di mondo invece, come quella del continente africano, per esempio, continua ad essere insanguinata da perenni guerre civili purtroppo poco considerate dalla comunità internazionale se non addirittura ignorate o dimenticate (cfr. Darfur). L’occidente opulento e opportunista sembrerebbe quindi insensibile alla sofferenza in quanto distratto dai suoi interessi capitalistici, a scapito dell’umano senso di solidarietà e soccorso. Questa affermazione potrebbe far pensare che l’intero mondo occidentale sia cieco e sordo, soprattutto là dove non ci sono attrazioni di interesse economico.
Ma l’antropologia insegna che l’uomo, essere intelligente, ha una molteplicità di aspetti che conducono alla positività ovvero alla negatività. Sarebbe troppo generalistico pensare che il lato oscuro sia l’unica e dominante faccia dell’ego umano, come spesso e purtroppo, dico purtroppo, vogliono far intendere i mezzi di comunicazione di massa. Per questo è doveroso effettuare un’attenta analisi dei contesti al fine di ottenere una panoramica quanto più aderente alla reale visione delle dinamiche storico-sociali, antropologiche e geopolitiche.
È da tale analisi che emerge l’esistenza di una parte di mondo occidentale sensibile e attento, quotidianamente impegnato in una battaglia a oltranza per la tutela dei diritti umani al fine di giungere là dove questi sono purtroppo violati. È il risultato di un esame introspettivo che quella parte di società occidentale sicuramente ha fatto a differenza di un’oligarchia economico-politica che persevera nella sua esecrabile mission di prevaricazione basata su una continua ricerca dell’arricchimento sconsiderato.
In un passato neanche tanto lontano, la povertà nel mondo occidentale dilagava, con una casta nobile che sfruttava il popolo suddito – povero e ignorante - il quale subiva sistematicamente la violazione dei più elementari diritti umani, senza possibilità di riscatto. Nel novecento, si affermarono poi le dittature con il potere accentrato nelle mani di un unico uomo il quale non faceva altro che opprimere ancora una volta il popolo negandogli anche qui i più elementari diritti.
Dopo la conclusione del secondo conflitto mondiale, su sollecitazione dei nuovi assetti democratici che si erano affermati e, in generale, da un diffuso desiderio di giustizia sociale a tutela dei diritti umani da parte della Comunità Internazionale, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il 10 dicembre 1948, promosse laDichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo”. Con questo documento, la Comunità Internazionale si prefiggeva lo scopo di tutelare i più elementari diritti umani ad ogni individuo della Terra. Intento ammirevole, ma che purtroppo, in taluni casi, non ha dato gli esiti sperati (Cfr. discriminazioni razziali, di genere e religiosa, per esempio, perpetrata ad oltranza in vari contesti sociali contemporanei anche occidentali, regimi autoritari in varie parti del mondo tuttora esistenti, adozione ancora della pena di morte).
Il passato è stato crudele, non ci sono dubbi in proposito, ma necessario e prodromico alla formazione dell'attuale società civile: sono i corsi e ricorsi storici (cfr. Giambattista Vico) che l’uomo contemporaneo deve continuamente analizzare per parare gli errori del passato; sebbene, tuttavia, l’analisi, nel corso dei tempi, non abbia mai spesse volte dato buoni frutti (cfr. Campagna di Napoleone in Russia, Campagna di Hitler in Russia; Guerre balcaniche degli anni ’90 e altro ancora).
È assodato che stiamo vivendo un periodo storico sicuramente caratterizzato da rapide trasformazioni che spesso non comprendiamo a fondo, come in campo economico, quando la globalizzazione irruppe negli anni 2000 e il tessuto produttivo si modificò radicalmente trasformando il mondo del lavoro nonché i sistemi di lavorazione e commercializzazione.
La crisi intervenuta dal 2008 ha sicuramente accelerato i processi, richiedendo interventi strutturali necessari a tamponare effetti devastanti, ma tutto è sempre collegato alla fase di trasformazione che la società contemporanea sta vivendo.
Le vicende sociali attuali, sicuramente, portano tutti a guardare più al futuro rispetto a prima; l'uomo contemporaneo senz’altro avverte in modo più grave il senso di responsabilità verso le future generazioni rispetto a prima. Per questo, sebbene sembri che la speranza e l'ottimismo vengano meno, è necessario non temere le sfide del futuro e cercare di affrontare, con razionalità e spirito costruttivo, i problemi dell'attuale società.
Bisogna analizzare sia i lati positivi, sia i lati negativi con ragionevolezza e giusta misura, sempre.



Giovanni Margarone

1 commento:

  1. Concordo per quanto analizzato è descritto. Essendo nata in tempo di guerra ho anche provato le sofferenze che provoca un conflitto, sotto ogni punto di vista.
    Ora urge porre rimedio all'immaginazione, razionalizzandola, affinché della povera gente non sia trattata come merce da esseri ignobili,sempre solo per il dio denaro.
    Basta avere un po' di sensibilità umana e soffermarsi a parlare con i nostri fratelli neri e ci accorgiamo che sono esseri umani di tutto rispetto

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