TRASFORMAZIONE di Giovanni Margarone
TRASFORMAZIONE
In
questa nostra epoca, l’uomo sta attraversando una fase di
trasformazione di lungo periodo che lo sta condizionando. Ma non è
la prima.
Nel
XX secolo, per esempio, fasi importanti, nonché estremamente
tragiche e devastanti, sono state le due guerre mondiali e le vicende
sociali correlate. La prima guerra mondiale ha provocato la
dissoluzione degli imperi centrali europei e ha favorito l’affermarsi
di dittature (cfr. Italia, la vittoria mutilata con l’affermazione,
dal 1920, del movimento fascista. Germania, il terzo Reich di Adolf
Hitler a seguito della grave crisi economica tedesca. Spagna, la
dittatura di Francisco Franco).
L'ultimo
conflitto, la cui fine dista da noi ormai più di 70 anni, ha
influito profondamente riguardo allo sviluppo della società
contemporanea creando nuovi equilibri mondiali sorti sulle ceneri dei
precedenti assetti geopolitici ulteriormente modificati poi con la
dissoluzione dei regimi comunisti (cfr. 1989 caduta del muro di
Berlino e sue conseguenze) e la relativa modifica degli equilibri
mondiali tra le due superpotenze (U.S.A. ed ex URSS). Cito inoltre la
dissoluzione della ex-Jugoslavia, che merita un articolo di
approfondimento dedicato, sfociata nelle atroci guerre balcaniche
degli anni ’90.
L’uomo
di oggi appare confuso e disorientato e sembrerebbe non comprende il
vero senso storico degli avvenimenti di qualsiasi tipo e portata, pur
essendo protagonista, tuttavia, di una storia umana da sempre
afflitta da problemi esistenziali.
Riguardo
al tema guerre, in una fase storica dove gran parte del mondo vive in
pace da più di settant'anni, un’altra parte di mondo invece, come
quella del continente africano, per esempio, continua ad essere
insanguinata da perenni guerre civili purtroppo poco considerate
dalla comunità internazionale se non addirittura ignorate o
dimenticate (cfr. Darfur). L’occidente opulento e opportunista
sembrerebbe quindi insensibile alla sofferenza in quanto distratto
dai suoi interessi capitalistici, a scapito dell’umano senso di
solidarietà e soccorso. Questa affermazione potrebbe far pensare che
l’intero mondo occidentale sia cieco e sordo, soprattutto là dove
non ci sono attrazioni di interesse economico.
Ma
l’antropologia insegna che l’uomo, essere intelligente, ha una
molteplicità di aspetti che conducono alla positività ovvero alla
negatività. Sarebbe troppo generalistico pensare che il lato oscuro
sia l’unica e dominante faccia dell’ego umano, come spesso e
purtroppo, dico purtroppo, vogliono far intendere i mezzi di
comunicazione di massa. Per questo è doveroso effettuare un’attenta
analisi dei contesti al fine di ottenere una panoramica quanto più
aderente alla reale visione delle dinamiche storico-sociali,
antropologiche e geopolitiche.
È
da tale analisi che emerge l’esistenza di una parte di mondo
occidentale sensibile e attento, quotidianamente impegnato in una
battaglia a oltranza per la tutela dei diritti umani al fine di
giungere là dove questi sono purtroppo violati. È il risultato di
un esame introspettivo che quella parte di società occidentale
sicuramente ha fatto a differenza di un’oligarchia
economico-politica che persevera nella sua esecrabile mission
di
prevaricazione basata su una continua ricerca dell’arricchimento
sconsiderato.
In
un passato neanche tanto lontano, la povertà nel mondo occidentale
dilagava, con una casta nobile che sfruttava il popolo suddito –
povero e ignorante - il quale subiva sistematicamente la violazione
dei più elementari diritti umani, senza possibilità di riscatto.
Nel novecento, si affermarono poi le dittature con il potere
accentrato nelle mani di un unico uomo il quale non faceva altro che
opprimere ancora una volta il popolo negandogli anche qui i più
elementari diritti.
Dopo
la conclusione del secondo conflitto mondiale, su sollecitazione dei
nuovi assetti democratici che si erano affermati e, in generale, da
un diffuso desiderio di giustizia sociale a tutela dei diritti umani
da parte della Comunità Internazionale, l'Assemblea
Generale delle Nazioni Unite, il 10 dicembre 1948, promosse la
“Dichiarazione
Universale dei Diritti dell'Uomo”. Con questo documento, la
Comunità Internazionale si prefiggeva lo scopo di tutelare i più
elementari diritti umani ad ogni individuo della Terra. Intento
ammirevole, ma che purtroppo, in taluni casi, non ha dato gli esiti
sperati (Cfr. discriminazioni razziali, di genere e religiosa, per
esempio, perpetrata ad oltranza in vari contesti sociali
contemporanei anche occidentali, regimi autoritari in varie parti del
mondo tuttora esistenti, adozione ancora della pena di morte).
Il
passato è stato crudele, non ci sono dubbi in proposito, ma
necessario e prodromico alla formazione dell'attuale società civile:
sono i corsi e ricorsi storici (cfr. Giambattista Vico) che l’uomo
contemporaneo deve continuamente analizzare per parare gli errori del
passato; sebbene, tuttavia, l’analisi, nel corso dei tempi, non
abbia mai spesse volte dato buoni frutti (cfr. Campagna di Napoleone
in Russia, Campagna di Hitler in Russia; Guerre balcaniche degli anni
’90 e altro ancora).
È
assodato che stiamo vivendo un periodo storico sicuramente
caratterizzato da rapide trasformazioni che spesso non comprendiamo a
fondo, come in campo economico, quando la globalizzazione irruppe
negli anni 2000 e il tessuto produttivo si modificò radicalmente
trasformando il mondo del lavoro nonché i sistemi di lavorazione e
commercializzazione.
La
crisi intervenuta dal 2008 ha sicuramente accelerato i processi,
richiedendo interventi strutturali necessari a tamponare effetti
devastanti, ma tutto è sempre collegato alla fase di trasformazione
che la società contemporanea sta vivendo.
Le
vicende sociali attuali, sicuramente, portano tutti a guardare più
al futuro rispetto a prima; l'uomo contemporaneo senz’altro avverte
in modo più grave il senso di responsabilità verso le future
generazioni rispetto a prima. Per questo, sebbene sembri che la
speranza e l'ottimismo vengano meno, è necessario non temere le
sfide del futuro e cercare di affrontare, con razionalità e spirito
costruttivo, i problemi dell'attuale società.
Bisogna
analizzare sia i lati positivi, sia i lati negativi con
ragionevolezza e giusta misura, sempre.
Giovanni
Margarone
Concordo per quanto analizzato è descritto. Essendo nata in tempo di guerra ho anche provato le sofferenze che provoca un conflitto, sotto ogni punto di vista.
RispondiEliminaOra urge porre rimedio all'immaginazione, razionalizzandola, affinché della povera gente non sia trattata come merce da esseri ignobili,sempre solo per il dio denaro.
Basta avere un po' di sensibilità umana e soffermarsi a parlare con i nostri fratelli neri e ci accorgiamo che sono esseri umani di tutto rispetto