30 marzo 2015

RECENSIONE DI UN ERGASTOLANO DEL LIBRO “FIORI DI SERRA”


RECENSIONE DI UN ERGASTOLANO DEL LIBRO “FIORI DI SERRA”

Ogni giorno mi tocca inventarmi e pensare come trascorrere la giornata. E vivendo in pochi metri quadri con delle sbarre dietro e un cancello davanti non è facile. Per fortuna ho dei libri da leggere e la penna per scrivere. (Diario di un ergastolano: www.carmelomusumeci.com).

Ci sono dei giorni che il carcere dà un tal senso d’inutilità che non riesci neppure a sentirti infelice. E quando mi viene il desiderio di uscire e non posso farlo mi metto a leggere perché i libri mi aiutano a segare le sbarre della mia finestra e mi trasmettono la forza per esistere e resistere. In questi giorni ho letto un bel libro della scrittrice e poetessa Miriam Ballerini dal titolo “Fiori di serra” (Rapsodia Edizioni ISBN 978-88-99159-12-2  Pag. 239  € 15,00), che sarà presentato a Francoforte alla tradizionale fiera del libro della città.
Il libro di Miriam è importante perché parla di carcere, dando voce e luce ai detenuti. E sfogliando le sue pagine si viene a sapere che in carcere il dolore, la delusione e la sofferenza sono normali, sono pane quotidiano.
Leggendo fra le righe si scopre che i prigionieri si sentono umiliati e mortificati, poiché sentono che la società non li vuole perché li considera cattivi e colpevoli per sempre.
Io sono fortemente convinto che è un libro da consigliare ai politici, perché, forse, questa lettura potrebbe essergli utile per migliorare le carceri e portare la legalità nelle nostre “patrie galere”, poiché il sistema spesso ci vuole migliori, costruttivi e propositivi; ma al momento opportuno ci ricorda che siamo solo spazzatura sociale. Credo che una società che rinuncia al perdono e chiede giustizia, ma pensa alla vendetta, rinunci alla libertà, alla serenità e alla felicità.
L’opera di Miriam è un libro che emoziona e ti fa immaginare come vive e cosa pensa un prigioniero, confermando che il carcere è la privazione di tutto: dalla libertà di scegliere, che è l’atto fondamentale della condizione umana; fino al divieto di amare. Dentro questo libro ci sono sentimenti, passioni e sofferenze che provano tutti i detenuti dietro le mura di una prigione.
È un’opera che merita non solo di essere letta, ma di farne anche il passaparola per farlo conoscere e farlo adottare nelle scuole.
Vi confido che una delle cose che più mi hanno colpito di questo libro è il titolo: Fiori di serra. Perché Miriam, con la sua umanità e sensibilità, paragona i detenuti, nonostante il male che hanno fatto, a dei fiori che vivono e crescono in una serra.
Buona lettura.

Carmelo Musumeci
Carcere di Padova aprile 2015

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