Insubria Critica
Arte, Letteratura & Cultura: un fiume che scorre
17 maggio 2024
Rami d'ORA | IV edizione rassegna di arti performative tra i boschi delle Orobie Valtellinesi
Rami d'ORA | IV edizione
“TANTE CARE COSE” Mercato di rigatterie e anticaglie a Morazzone (VA)
Il FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano
presenta la seconda edizione di
“TANTE CARE COSE”
Mercato di rigatterie e anticaglie
Casa Macchi, Morazzone (VA)
sabato 25 e domenica 26 maggio 2024
dalle ore 10 alle 18
16 maggio 2024
LUISA RABBIA The Gods 21.5 – 19.10.2024 opening 21.05.2024 | h. 17 – 20 a Torino
LUISA RABBIA
The Gods
21.5 – 19.10.2024
opening 21.05.2024 | h. 17 – 20
Giorgio Persano ha il piacere di ospitare, nel giardino interno di Palazzo Scaglia di Verrua, tre nuove opere pittoriche di Luisa Rabbia, parte della recente serie intitolata The Gods.
La mostra, concepita come spazio di riflessione sulla vulnerabilità e l’imprevedibilità dell’esistenza umana, intreccia eventi attuali con cosmologia e elementi letterari come Le metamorfosi di Ovidio – peraltro raffigurate anche nel ciclo di affreschi seicenteschi sulla facciata e nel cortile della galleria. Per Ovidio, una vera comprensione del mondo significa negare la sua oppressiva solidità e permettere che tutto si trasformi in qualcos’altro. Conseguentemente, la metamorfosi da una materia all’altra è possibile, nonostante le apparenze esterne, perché tutte le forme originano dalla stessa sostanza. Questo legame intrinseco tra tutte le entità viventi giace al centro del linguaggio artistico di Luisa Rabbia. Rappresentazioni di esseri umani, corpi che evocano paesaggi, forme cellulari e vegetali, tutto si fonde nel suo lavoro riflettendo l’interesse dell’artista per il concetto che tutte le cose sono la causa cooperante di tutto quello che esiste.
Utilizzando un linguaggio espressivo e personale, le opere di Luisa Rabbia rappresentano corpi più o meno astratti che evocano temporalità, spiritualità, paesaggi interiori e interconnessione fra le forme viventi. Nonostante sia il momento contemporaneo ad inspirarla, l’artista cerca un linguaggio atemporale, che si estenda oltre il quotidiano e inviti a ponderare le complessità dell’esistenza umana.
GIORGIO PERSANO
Via
Stampatori 4
10122 Torino
Tel. +39 011 437817
15 maggio 2024
13 maggio 2024
Tutto il resto mi sfugge di Camilla Mecca a cura di Vincenzo Capodiferro
TUTTO IL RESTO MI SFUGGE
“Intensa silloge che unisce tutto ciò che di più umano e divino ha la poesia”, di Camilla Mecca
“Tutto il resto mi sfugge” è una raccolta poetica di Camilla Ugolini Mecca, edita da Fara, Rimini 2023, finalista al Faraexcelsior 2023. Camilla Ugolini Mecca è nata a Verona nel 1971. Si è laureata in Lettere moderne. È consulente, editor e formatrice. Pubblicazioni: Ambigue stanze. Un itinerario nell’opera di Antonio Possenti (2003); Il destino dell’onda (2021); Tu sorgerai di nuovo (2022).
Il titolo prende spunto da un verso: Io so che esiste il presente, tutto il resto mi sfugge. Tomaso Pedio amava ripetere: - Il presente è tutto! Con Agostino potremo ancora ripetere: - Il presente del passato è la memoria, il presente del presente è l’intuizione, il presente del futuro è l’attesa. Tutta la raccolta ruota intorno a questo ponderoso tema della temporalità, ma si accentua sul resto: il resto del tempo. Oggi c’è tutta una polemica sulla filosofia del tempo tra ‘eternisti’ e presentisti. Certamente noi riporremmo Camilla Ugolini mecca tra i presentiti. Leggiamo tra le motivazioni della giuria: «Ma la poesia deve viaggiare per poter vivere e l’autore, nei suoi versi, evidenzia proprio la sua capacità di viaggiare in ogni cosa, tramutandosi, attraversando i corpi degli animali, degli alberi, delle cose dell’uomo poeta che dà voce: rinnovandosi. L’oracolo sogna…» (Elisabetta Bagli). Il poeta vate si fa voce panica, come quella dannunziana: …e varia nell'aria/secondo le fronde/più rade, men rade. Le metamorfosi del poeta si identificano con tutto ciò che tocca: come un re Mida aurifica tutto. È la parola creatrice, divina, che non vede separé tra mondo reale e mondo immaginifico. Schelling fa d’eco: «Ogni splendido quadro nasce quasi per il fatto che si toglie quella muraglia invisibile che divide il mondo reale dall'Ideale, e non è se non l'apertura, attraverso la quale appaiono nel loro pieno rilievo le forme e le regioni di quel mondo della fantasia, il quale traluce solo imperfettamente attraverso quello reale». Questi sono i sogni di Clara Kutznetsova: «Le parole sono come pietre focaie che si lanciano perché qualcuno le raccolga… poi all’occorrenza si strofineranno. La combustione avviene nel silenzio. E nello spazio bianco…». Dal libro del Siracide: «Se una frusta ti colpisce, ti lascia il segno sulla pelle, ma se ti colpisce la lingua, ti spezza le ossa». Come il proverbio: - La lingua non ha osso ma rompe le ossa. È la potenza della parola: la “dynamis” del “logos” di Gorgia. Il poeta è creatore di mondi.
Essere vista nuda
nonostante le piume.
Essere letta come una profezia.
Essere udita dentro al silenzio.
Essere guardata nel cuore del buio.
Serie di ossimori che esprimono la grandezza della trasparenza: la poesia “cassandrea”, svelatrice del vero, nel senso autentico di “aletheia”, uscir fuori dal Lete, il fiume dell’oblio. Chi dice la verità non è creduto: la sindrome di Cassandra che troviamo fino in Pirandello. Anzi vuol esser ucciso: è martire, testimone rosso.
Riprendiamo il verso del titolo, al seguito:
Felice ignoranza del futuro
dove si spalanca l’oro di un luminoso
anello, o di una spiga.
Tu voli invece nell’altrove
E lo tessi d’argento.
È la celebrazione autentica di un “Chi vuol esser lieto sia” di Lorenzo, di un “Carpe diem” d’Orazio. Il futuro crea aspettazione, ansia, tormento, anche sogno che si esprime nella contrapposizione oro/argento. Anche: l’età dell’oro si contrappone a quella argentea, sia a livello ontogenetico che filogenetico. Più aumenta la circospezione del futuro, più l’uomo si allontana dalla natura (i “Saturnia Regna”). L’altrove è non-luogo (utopico, distopico, retro-topico che sia). È alienazione! Soprattutto oggi che si è proiettati tutto sul futuro. È l’età futuristica per eccellenza. L’età presentista è l’età moderna, quella passatista l’antica.
I versi di Mecca sono molto profondi, intrisi di spiritualità. Il suo presentismo è unico e ci rende simili agli animali, a quella natura di cui tutto il genere umano fa parte, quella natura che viene tradita dall’uomo. Il progresso è il tradimento della natura. Quanto più siamo presente tanto più ci avviciniamo alla realtà vera, non quella trasfigurata dai meta-versi. Anche noi eravamo quegli “abitanti del bosco”, di cui il poeta cerca «le tracce annusando il terreno».
Vincenzo Capodiferro
10 maggio 2024
“IL TEMPO DELLA NATURA” Angelo Ariti Fabio Brambilla Flor Voicu a Porto Ceresio
Il PALAZZO della CULTURA a Porto Ceresio (VA) sulle rive del bellissimo Lago
accoglie TRE “PERSONALI” di oltre 10 opere per ciascun artista nella mostra
“IL TEMPO DELLA NATURA”
Angelo Ariti Fabio Brambilla Flor Voicu
opere d’arte
Palazzo della Cultura – Piazza Luraschi – PORTO CERESIO (VA)
dal 18 al 26 maggio 2024
vernissage: sabato 18 maggio – ore 11.30
Presentazione del critico d’arte Fabrizia Buzio Negri
orari mostra
sabato e domenica 10.00 - 18.30 || in settimana su appuntamento 3475221294
info curatore 335543223 biblioteca 0332939303 - INGRESSO LIBERO
in collaborazione con il Comune di Porto Ceresio e la Biblioteca Comunale
GLI ARTISTI E LA LORO RICERCA
Sono dialoghi d’arte fra tre artisti, ognuno con il suo personale stile e la propria percezione, in varie interpretazioni “dentro” il tempo della natura. Un ideale fil rouge intesse storie e immagini avvolgendole attorno ad un obiettivo di sensibilizzazione sul tema natura/ambiente, per toccare le corde più intime del pensiero e del vivere.
Unica e originale la visione dei dipinti di angelo ariti, fondata sulla concretezza dei pigmenti, in un divenire di vibrazioni che solo la spatola sa generare. Il rapporto tra luce e colore si impregna di nuove rilevanze nelle varie espressioni figurali.
L’opera di fabio brambilla nel tempo diviene sempre più territorio misterioso, dove intuire il respiro affaticato della natura.
La sua arte polimaterica accoglie strati di pigmenti inserendo, senza delimitazione, frammenti di frasche, rami, erbe, muschi.
L’appassionato lavoro artistico di flor voicu con la tecnica informale si riflette nelle trasparenze tonali, nei contrasti di colore, nel palpitare della materia, alla ricerca di un risultato di grande effetto visivo, trasformando liricamente il fatto narrativo.
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