RICORDO DEL DOTTOR EUGENIO MONTESANO (1925 - 2014) A cura di Teresa Armenti
RICORDO DEL DOTTOR EUGENIO MONTESANO (1925 - 2014)
A cura di Teresa Armenti
Onora il medico, ben prima di aver bisogno di lui. Egli ha in sé una parte di Dio.
(Dal “Talmud”)
Il Dottor Eugenio Montesano camminava sovente per le strade di Castelsaraceno, con il giornale sotto il braccio e con il suo passo spedito ed elegante, qual distinto gentiluomo, sempre il primo a porgere a tutti il saluto, accompagnato da un sorriso cordiale e da uno sguardo benevolo. Salì al cielo il 24 giugno del 2014, il giorno di S. Giovanni, nel momento in cui si stavano festeggiando i 90 anni di sua moglie, la ben nota signora Sandra. Nato il 30 dicembre 1925 a Grumento Nova, trascorse alcuni anni della sua infanzia a Venezia e continuò i suoi studi a Napoli, laureandosi in medicina. Giunse a Castelsaraceno come medico condotto nel 1951. Si trovò ad esercitare la sua professione in un contesto difficile e precario dal punto di vista economico, sociale ed anche igienico. Egli non si perse d’animo. Di giorno, di notte, con la pioggia e con il vento, con la neve e con il ghiaccio, era sempre disponibile; sfidava le intemperie anche quando andava a soccorrere i malati, nei primi tempi a dorso di mulo, nelle contrade di Frusci, Miraldo e Giordanello. Quando era necessario, li accompagnava con la sua auto a Maratea, ove sussisteva l’unico ospedale presente nella zona. Non si limitava a scrivere ricette, ma faceva anche il dentista, il pediatra, il chirurgo, il ginecologo. Negli anni 50/60 aiutò molte donne a partorire in casa, con l’assistenza dell’ostetrica (la cosiddetta “mammana”). Oltre alle cure mediche, sempre gratuite, offriva speranza e dava consigli, favorendo anche interventi concreti di assistenza e sostegno per i più bisognosi. Socialmente impegnato, nelle case dei pazienti portava “il senso dell’umanità, il patrimonio del sentimento, il dono dell’umiltà, lo stile dell’educazione, il dialogo e il rispetto per gli altri”. È stato un maestro per altri giovani medici, come il dottore Rosario Lauletta, che in una recente conversazione mi ha confidato: «Il dottore Eugenio ha insegnato senza clamore. Mi ha insegnato l’etica e l’onestà intellettuale, il rispetto per i pazienti ed i loro cari, il coraggio ad affrontare situazioni problematiche. Mi ha suggerito un metodo: ad amare questo lavoro, anche quando sono stanco e sfiduciato, anche quando tutto mi rema contro». Il dottore Montesano la sua deontologia professionale l’ha sempre attuata, anche nei momenti dolorosi: quando ebbe la perdita di suo figlio Giulio di appena 5 anni, non trascurò i malati più gravi, tra cui anche mio padre, ma si recò nelle loro case per visitarli, con grande meraviglia di tutta la popolazione. Quando era in compagnia, si liberava del suo aspetto serio, diventava allegro, ironico e raccontava spesso aneddoti del suo servizio. Durante la sua lunga professione, una vera e propria missione, non ha avuto, che io sappia, onorificenze, nonostante la sua fama di ginecologo si fosse diffusa oltre il Circondario, come mi disse una volta il dottore Mario Picinni di Sapri, discendente dai baroni di Castelsaraceno. Solo negli ultimi anni ebbe l’incarico di Direttore sanitario dell’ospedale di Lagonegro. Anche se si dichiarava agnostico, era sempre presente in chiesa per dare le condoglianze ai familiari dei defunti; fu un benefattore (silenzioso) dell’Istituto Bentivenga di San Chirico Raparo e ogni anno dava un’offerta per i bisogni della nostra parrocchia. Raccontava che prima di sostenere gli esami di medicina a Napoli, si recava sempre a piedi al santuario della Madonna di Pompei.
La Madonna di Pompei l’ha accolto senz’altro sotto il suo manto e lo ha presentato alla misericordia del Signore, perché il dottore Montesano molto ha dato. Noi tutti lo ricordiamo come un professionista serio e competente, impegnato nella tutela della salute dei suoi pazienti, in anni di profonde trasformazioni sociali. Io lo ricordo con affetto e gli sono grata per le sue attenzioni nei miei confronti non solo dal punto di vista sanitario: quando mi laureai nel 1974, si presentò a casa mia con il quotidiano “Il Tempo”, dove aveva fatto inserire un trafiletto sulla mia laurea. Noi tutti lo ringraziamo per la sua abnegazione. Dal cielo ci saluterà con il suo solito sorriso.
Teresa Armenti
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