Matteo Fieno tra volti e racconti a cura di Marco Salvario

 Matteo Fieno tra volti e racconti.


Matteo Fieno, pittore di volti femminili. Anzi, no: Matteo Fieno, scrittore di coincise biografie di donne, che non sono (forse) mai esistite.

Entrambe le realtà sono vere e provo a non confondere troppo il lettore.

Matteo è un pittore, che alle sue collezioni artistiche accompagna regolarmente un libretto, dove la protagonista di ogni tela è inserita in un contesto temporale e sociale nel quale si dimostra simbolo di una categoria positiva o negativa di donne che, a volte, interagiscono tra di loro.

Matteo Fieno ci avverte, prima ancora dell'introduzione, che i testi sono stati scritti con l'ausilio dell'intelligenza artificiale (I.A.).

Già, chissà se un giorno le opere artistiche saranno frutto del lavoro autonomo di un I.A., che le creerà prima esaminando le scelte degli uomini e poi, sempre più autonomamente, utilizzando criteri propri di giudizio della bellezza, della provocazione, della capacità di generare emozioni; a valutarle, a scrivere recensioni, saranno altre I.A. che, scuotendo le minuscole teste alimentate da nano circuiti, commenteranno: “Opere mediocri. Persino un umano avrebbe potuto fare di meglio”, oppure: “Eccezionale! Ho rischiato il corto circuito!”.



Matteo Fieno è nato nel 1981 e dal 2018 svolge il mestiere di artista a tempo pieno.

Tra le sue mostre ricordo: 'Quel pazzo 2020 declinato al femminile', 'Le ragazze di Madame Odette', 'Le ballerine di carta', 'Sense of Beauty' e, quest'anno a Torino, nello spazio gestito da Artàporter recuperando spazi del ex teatro Macario in via Santa Teresa, ha presentato 'Dietro i Portoni'. In quest'ultima mostra sono esposti i volti di dieci giovani donne, vestite e acconciate secondo il gusto di cento anni fa, ma ritratte con una tecnica moderna, grezza ed essenziale, con colori distribuiti quasi più con il rullo che con il pennello.



Facciamo così la conoscenza di Isabella, 'la mangiatrice di uomini', il vestito dalle spalle estremamente gonfie, il cappello che si inclina sulla fronte, lo sguardo duro e sfuggente, la bocca tesa e quasi disposta a una smorfia. Matteo la sente misteriosa e libera, spirito indomito.

Emma, invece è l''esploratrice', affamata di conoscenze e scoperte. Il suo personaggio sulla tela lascia molto spazio allo sfondo azzurro, simbolo di quel mondo misterioso in cui vuole avventurarsi e nel quale il suo sguardo già si dirige, attento e determinato. I capelli scuri escono appena dal copricapo arabeggiante.



Ragazza molto meno decisa è Angelica, 'la pittrice'. Il suo viso è ovale, allungato, gli occhi grandi, assenti, il vestito semplice, il cappellino con la piccola punta fa intuire l'ingenuità, la bocca è molto rossa. Angelica non cerca la fama, non insegue la gloria, non sogna neppure l'amore; il suo unico desiderio, la ragione della sua vita, è scoprire e catturare la bellezza che percepisce intorno a sé.

Nelle frasi che la introducono, negativo e senza attenuanti è il giudizio che condanna 'la contessa' Matilde. Il testo la descrive ricca di una ricchezza non meritata, che dissipa egoisticamente nei vizi e negli eccessi, e la fa morire sola e disperata. La tela la mostra di profilo, gli occhi chiusi, la testa avanzata con prepotenza, un cappellino che, anche se adornato da un fiocco, ricorda un elmo.

Amalia 'la vittimista', Giulia 'la scienziata', Maria 'la responsabile', Egle 'la stilosa', Iris 'la scaltra' e 'la Sinta' misteriosa, completano il catalogo femminile con il quale Matteo Fieno ci invita con ironia e con intelligenza a riflette, chiedendoci quanto le donne sia oggi cambiate nella società e nel loro vivere, nel bene o nel male.

(c) Marco Salvario 

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